Il vescovo stana i candidati al parlamento Guerra e diritti civili focalizzano il dibattito

Livorno, lungo incontro in Vescovado con monsignor Simone Giusti a fare gli onori di casa insieme a don Paolo Razzauti

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di Monica Dolciotti

Il vescovo di Livorno monsignore Simone Giusti ha il ’pallino della politica’. Non ha resistito alla tentazione di portare di nuovo la campagna elettorale tra le mura del Vescovado, invitando al confronto sui temi di larga presa sull’opinione pubblica, un drappello di candidati alle politiche del 25 settembre, che corrono nel collegio uninominale della Camera per Livorno: Andrea Romano (Pd), Alessandro Cosimi (Azione-Italia Viva), Stella Sorgente (Cinque Stelle), Chiara Tenerini (Forza Italia), Alessio Flammia (Italia Sovrana), Vittorio Cateni (Unione Popolare) e Costanza Vaccaro (Italexit). Chiara Domenici , portavoce della Diocesi, ha fatto da moderatrice. Famiglia, crisi demografica e guerra in Ucraina sono state le questioni sulle quali i candidati sono stati chiamati a dire la loro. Ma prima di fare fuoco alle poveri della campagna elettore, il vicario monsignore Paolo Razzauti ha fatto una premessa: "La Chiesa è un piccolo gregge di credenti che stimola la ’spes’. Oggi viviamo però troppo condizionati da antagonismo e individualismo. Così occorre l’impegno per la società e gli altri. Per La Pira la politica doveva (e deve ancora) alzare gli occhi dalle schermaglie quotidiane per guardare la realtà".

Tra diritti civili, eutanasia e diritto all’aborto ogni candidato ha scelto di puntare su una questione. La Tenerini: "Sono liberale, però la vita deve essere tutelata". La Sorgente ha puntato sulle politiche gender: "Sì ai matrimoni egualitari, no alla transfobia". Per Cateni l’Italia "è fanalino di coda in Europa sulle libertà civili". Romano ha sostenuto invece che "su temi così complessi (le libertà e diritti civili) occorre trovare la soluzione in Parlamento, non la pratica del referendum". Flammia ha parlato di "buio calato sui diritti civili propugnati dall’Occidente". Mentre la Vaccaro ha richiamato la Costituzione che "esalta la famiglia naturale quale fondamento della società". Secondo Cosimi "oggi si è aperta la questione della legge 194 declinata nella misura in cui occorre applicarne tutte le norme, in gran parte rimaste inattuate, come quelle per il sostegno alle donne che non sono in grado per ragioni sociali ed ecomoniche di conderre a termine la gravidanza". Sulla guerra sempre Cosimi ha osservato: "È sparita dalla campagna elettorale". La Tenerini ha invocato "il ritorno al tavolo della trattativa per far cessare le armi, pur avendo diritto a difendersi il popolo ucraino". Romano ha invece suggerito di "rafforzare Nato e UE per puntare alla pace". Flammia ha citato il Papa: "È stato l’unico a chiedere di deporre le Armi". La Vaccaro: "Gli italiani sono contro la guerra". Anche Flammia ha sposato "l’invocazione alla pace di Papa Francesco". Cateni: "Basta esclation delle armi. Occorre trattare".