"Importiamo acciaio dalla Russia, facciamo ripartire Piombino"

I sindacati nazionali chiedono al Governo un piano industriale

Nel settore siderurgico, "si sono acuite difficoltà e dipendenze preesistenti al conflitto sia in termini di approvvigionamento di materia prime che elevati costi energetici, sia in termini di fornitura di ghisa e Dri su tutta la filiera: la siderurgia italiana importa circa 2 milioni di tonnellate l’anno dalla Russia e 2,5 milioni di tonnellate di semilavorati dall’Ucraina". Lo affermano Fim, Fiom e Uilm tornando a "condannare fermamente l’aggressione" della Russia all’Ucraina e chiedendo di "fermare la guerra". Fim, Fiom e Uilm chiedono che le misure del Governo "non si limitino a un pur indispensabile intervento sui costi energetici. Occorre definire il più volte annunciato piano strategico per la siderurgia italiana con interventi strutturali, che acceleri la soluzione delle vertenze nei grandi gruppi (a partire dall’ex Ilva, ex Lucchini Piombino, ex Alcoa), che intrecci e diversifichi le fonti di approvvigionamento energetico, che assuma la dimensione europea come orizzonte imprescindibile". Per i sindacati dei metalmeccanici occorre quindi "garantire le condizioni per un percorso di decarbonizzazione sostenibile e una transizione giusta anche attraverso un apposito fondo. Non si può correre il rischio che le esigenze e gli obiettivi di decarbonizzazione si traducano in una ulteriore deindustrializzazione dell’Europa e dell’Italia con chiusure di impianti e licenziamenti.