"Tavolo a Roma sull’inceneritore di Livorno"

Lo chiede il senatore della Lega Potenti in un'interrogazione al ministro dell’ambiente

L’inceneritore al Picchianti sarà chiuso ad ottobre, acceso dibattito sul futuro

L’inceneritore al Picchianti sarà chiuso ad ottobre, acceso dibattito sul futuro

LIVORNO

Sulla vicenda del termovalorizzatore di Livorno, che tanto sta facendo discutere perché potrebbe chiudere i battenti a ottobre, interviene anche il senatore della Lega Manfredi Potenti. Lo fa con una interrogazione diretta al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica. L’interrogazione è stata depositata in commissione ambiente il 20 dicembre. "Spero possa essere discussa al più presto. Conto già alla prima convocazione" auspica Potenti.

Nell’interrogazione il senatore della Lega premette che "il termovalorizzatore di Livorno in località Picchianti, rappresenta un impianto di recupero energetico di eccellenza nel trattamento dei rifiuti urbani secondo gli standard ambientali comunitari, in grado di chiudere il ciclo dei rifiuti nell’ottica di una costante diminuzione del ricorso allo smaltimento in discarica; con una potenzialità di 180 tonnellate al giorno, l’impianto brucia una parte dei rifiuti raccolti a ivorno per produrre energia elettrica, che viene immessa direttamente nella rete di distribuzione Enel, mentre i residui solidi prodotti vengono successivamente inviati agli impianti di trattamento per il recupero di materia". Poi Potenti paventa effetti negativi qualora alla chiusura dell’impianto non ci fossero valide alternative. "Ad ottobre 2023 scadrà l’autorizzazione integrata ambientale del termovalorizzatore, che dovrà essere spento se non fosse rinnovata e si stanno avviando le procedure per lo spegnimento, fonte di preoccupazioni per la cittadinanza e per i lavoratori dell’impianto (40 addetti), ma anche per gli impatti ambientali, economici ed energetici che ne deriverebbero. Una chiusura forzata e priva di un piano organico strategico e sostenibile anche per il breve e medio termine, rischia di generare una crisi dei rifiuti a Livorno e per la Toscana con ripercussioni a livello nazionale, così come già accaduto, e ancora non risolto, in altre città italiane". Potenti nell’interrogazione prefigura il seguente scenario: "Alla chiusura del termovalorizzatore seguirà necessariamente il conferimento dell’indifferenziato e dei rifiuti sanitari in discariche o impianti fuori città e fuori regione, tramite il trasporto con mezzi su gomma, con tutte le conseguenze e gli impatti economici e ambientali che ne conseguirebbero anche in termini di Tari per i cittadini, di inquinamento e di congestione stradale. Dal punto di vista energetico si evidenzieranno i mancati ricavi legati alla vendita dell’energia prodotta tanto più preziosa oggi data la crisi internazionale in corso che sta avendo ripercussioni sugli approvvigionamenti energetici".

Il senatore precisa nell’interrogazione: "Al momento risulta che non siano ancora chiari i tempi per l’entrata in funzione di nuovi impianti, né soluzioni alternative all’inceneritore di Livorno, rendendo realistico il timore di vedere la città e l’intera Regione, nonché il Paese, impegnati a trovare soluzioni tampone e provvisorie che rischierebbero di protrarsi per anni".

In questo contesto Potenti chiede di sapere "se il Ministro i ntenda intervenire aprendo un tavolo di confronto con le parti interessate allo scopo di individuare misure adeguate a superare il periodo di transizione successivo alla chiusura, o l’adeguamento del termovalorizzatore di Livorno scongiurando scelte dannose fondate su ideologie o pregiudizi".