Ergastolo all’infermiera Bonino, eparina e morti sospette. Le tappe del processo

Il pronunciamento della corte d’appello bis di Firenze arriva dopo due anni dalla sentenza di assoluzione

L'infermiera Fausta Bonino condannata all'ergastolo (Foto Ansa)

L'infermiera Fausta Bonino condannata all'ergastolo (Foto Ansa)

Piombino (Livorno), 29 maggio 2024 – La sentenza emessa della corte d’assise d’appello di Firenze al processo bis di secondo grado per l’infermiera Fausta Bonino ricalca quella emessa in primo grado dal tribunale di Livorno il 19 aprile del 2019: ergastolo. Da quel giorno fino a oggi la lunga e complessa vicenda giudiziaria si è sviluppata in diverse tappe. Tutto è iniziato il 30 marzo del 2016 quando Fausta Bonino viene arrestata perché sospettata di avere ucciso alcuni pazienti durante la loro degenza nell’ospedale di Piombino. Si parla di 10 decessi anomali avvenuti tra il 2014 e il 2015: durante la degenza nel reparto di anestesia e rianimazione viene riscontrata nei pazienti la somministrazione di “alte dosi di anticoagulante eparina” con conseguenti emorragie. Questo emerge anche dai risultati delle complesse analisi riportate nella relazione degli esperti nominati dalla procura.

Il 20 aprile 2016 il Tribunale del Riesame di Firenze annulla l'ordinanza di custodia in carcere e Fausta Bonino viene rimessa in libertà.

L'infermiera, che nel frattempo era stata sospesa dall'Asl e che si è sempre proclamata innocente, il 19 aprile 2019 viene appunto condannata all'ergastolo dal gup del Tribunale di Livorno, Marco Sacquegna, per omicidio volontario plurimo e aggravato per quattro morti sospette. Bonino fu assolta per gli altri sei casi perché il fatto non sussiste; assolta anche per il reato di abuso di ufficio. 

Nel gennaio 2022 l’infermiera viene assolta dalla Corte d’Appello di Firenze per non aver commesso il fatto, dopo la condanna in primo grado all’ergastolo nel 2019. La Cassazione conferma la sentenza di assoluzione dopo anni di vicenda giudiziaria per sei dei dieci decessi, ma rimanda in Appello per gli altri quattro. E qui si arriva al pronunciamento odierno della corte d’assise d’appello di Firenze che ha riesaminato il caso, ripetendo il processo a 8 anni dai fatti contestati.