Johara Liguori, una criminologa sulle tracce dei serial killer

La giovane livornese in libreria con "Narcisus. Quando il narcisista maligno degenera in serial killer”

Johara Liguori mostra il suo primo libro di criminologia

Johara Liguori mostra il suo primo libro di criminologia

Livorno, 29 giugno 2020 – Ha appena fatto in tempo a prendere la laurea ‘in presenza’ prima che il lockdown sconvolgesse la vita di tutti noi a inizio marzo. E ora J.D. Johara Liguori, 32 anni, studiosa di psicologia e di disturbi comportamentali, sta vedendo un altro suo sogno materializzarsi. Sta infatti andando a ruba il suo primo libro “Narcisus. Quando il narcisista maligno degenera in serial killer” (Officine Editore), tanto che è andato esaurito sia a Firenze che a Livorno e si può trovare su ibs.it e su Amazon, sia in versione cartacea che e-book. Un libro che prende spunto dalla tesi di laurea, conseguita il 9 marzo scorso in Scienze Politiche del Servizio Sociale: “Il narcisista maligno. Tecniche di manipolazione e non”. 

Johara, come nasce la sua passione per la criminologia?

“L’ho sempre avuta, infatti sogno di entrare in polizia. Il mio percorso di studi è stato tutto incentrato sulla sociologia e sul comportamento delle persone. Poi per passione ho approfondito questi temi ed ecco il libro”.

Quale aspetto le piace di più?

“La criminologia forense: analizzare il profilo psicologico del serial killer o del reo e la scena del crimine stesso. Per questo ho fatto due corsi di perfezionamento a Roma con la dottoressa Roberta Bruzzone: un corso internazionale di psicologia criminale, con tema ‘sex offenders, manipolazione mentale e narcisismo patologico’; e uno sulla comunicazione non verbale e facial action coding system. Mi piacerebbe che questi studi fossero finalizzati ad aiutare le ragazze che soffrono di vittimismo, ovvero che hanno storie di un amore malato e non riescono ad uscirne perché manipolate da quello che credono essere il loro amore. Il libro nasce per aiutare chi si trova intrappolato in questo vortice, non è conscio di ciò che sta accadendo: ragazze manipolate mentalmente e che fanno tutto ciò che vuole lui. Le ragazze si vergognano di parlarne e questo induce il manipolatore a sentirsi più forte: ha la convinzione di avere totalmente il controllo della ragazza. Uscirne è difficile, per la vergogna e per la difficoltà di ammettere che la persona amata possa farti male. E poi c'è la paura di essere violentate o uccise dopo la denuncia”.

Guarda le serie tv tipo Csi o Criminal mind? 

“In realtà leggo tanto, mi piacciono le inchieste sui casi irrisolti, libri basati sullo studio del profilo psicologico di quello che da narcisista maligno può degenerare in serial killer. Ultimamente mi sono riletta il caso Orlandi, le inchieste del Vaticano e dello Ior, la loggia P2 e la banda della Magliana. ‘Criminal mind’ l’ho visto qualche volta, ma dopo dieci minuti capisco già chi è il soggetto ignoto: quindi vuol dire che ho studiato bene... Con la Bruzzone invece ho analizzato scene del crimine prese direttamente da casi veri: da lì siamo passati a ricostruire chi era stato il killer, identificando il sesso, il movente, il trascorso del reo e il suo modus operandi”. 

Nel libro sono presenti anche alcuni disegni: tutta opera sua?

“Sì, infatti in quarta di copertina vengo definita visual artist perché ho realizzato anche i disegni. Quello più incisivo per me è lo schizzo di una ragazza ormai priva di identità, che abbraccia il suo aggressore, identificato con uno scheletro”.

Prossimi passi?

“Sto facendo un master in criminologia forense, con un approccio finalizzato all’interpretazione psichica del reo. Mi piace l’analisi della scena con il luminor per cercare impronte e tracce. L’analisi in laboratorio delle tracce ematiche è la parte più difficile, per risalire dal dna all'identità del reo”.

A quando il secondo libro?

“L’ho già scritto...".