’Kutub Hurra’ Libri in arabo per i detenuti

Dalla Tunisia in arrivo volumi per gli arabofoni. Fino ad ora avevano a disposizione solo il Corano

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“Kutub Hurra. Libri a Porti Aperti”. Firmata la convenzione tra il Direttore delle carceri di Livorno e dell’Isola di Gorgona, il Garante delle persone private della libertà del Comune di Livorno e l’associazioneong Un Ponte Per; una convenzione che avvia la prima importante parte del progetto, ovvero l’arrivo dalla Tunisia di libri in arabo nelle carceri toscane. I libri sono donati dall’associazione tunisina in memoria di Lina Ben Mhenni (Association Lina Ben Mhenni), l’attivista protagonista della Rivoluzione dei Gelsomini che in Tunisia aveva raccolto moltissimi libri con l’obiettivo di portarli nelle carceri del Paese.

La collaborazione tra l’Association Lina Ben Mhenni e Un Ponte Per ha ridato una seconda vita a questi libri con un viaggio attraverso il Mediterraneo, un mare ridotto oggi ad un non-luogo di morte. Il progetto si prefigge di ripensare lo spazio mediterraneo come un luogo di connessione, scambio culturale e cooperazione per la pace dei popoli.

Grazie a questa convenzione - merito della collaborazione tra Un Ponte Per, ARCI Livorno, CESDI e il Garante dei Detenuti - i libri entreranno in carcere e potranno essere finalmente fruiti dai detenuti arabofoni, in ossequio alla funzione riabilitativa della pena come disposto dall’art.27 della Costituzione italiana. Non c’è riabilitazione possibile senza cultura, formazione, condivisione. La privazione della libertà non può e non deve coincidere con la privazione della cultura. I detenuti arabofoni in Italia rappresentano la comunità linguistica maggiore - dopo quella italofona - nelle nostre carceri (dati XVIII° Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione). Nonostante ciò, spesso i detenuti hanno accesso solo al testo del Corano come lettura nella propria lingua madre. Portare altri libri in arabo significa poter fare attività culturali, formazioni e scambi, dando il diritto anche a chi non parla l’italiano di avere opportunità di lettura diverse e creare un clima carcerario inclusivo.

Al progetto collaborano l’associazione Mangwana e l’associazione Controluce (che già svolge attività nel carcere di Pisa) grazie alla quale c’è speranza di estendere l’ingresso dei libri anche nel carcere pisano.