L’associazione sportiva era in realtà un ristorante a tutti gli effetti, ma... in nero. Evaso oltre un milione di euro

Livorno, la scoperta della guardia di finanza dopo tre mesi di indagini

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Livorno, 15 marzo 2023 – In apparenza era un’associazione sportiva dilettantistica, ma in realtà era un vero e proprio ristorante. La scoperta l’ha fatta la guarda di di finanza.

Sotto la falsa copertura di circolo-associazione sportiva sfornava manicaretti e organizzava cene senza dichiarare nulla e riuscendo ad evadere al fisco oltre 1 milione di euro e Iva per altri 100.000 euro. Il nome non è stato diffuso alla stampa.

Nell'ambito dei servizi coordinati dal comando provinciale della Guardia di Finanza di Livorno, finalizzati ad individuare i casi più consistenti di evasione e inosservanza delle regole poste a base della leale concorrenza, i militari hanno portato a termine un'articolata attività ispettiva nei confronti di una sedicente A.s.d. - Associazione sportiva dilettantistica, in realtà dimostratasi una vera e propria attività commerciale: un ristorante. In dettaglio, le Fiamme Gialle hanno effettuato una complessa indagine di polizia economico-finanziaria durata oltre 3 mesi, anche con sviluppo di accertamenti dei flussi finanziari, analisi della documentazione extra contabile rinvenuta e individuazione dei lavoratori e dei clienti.

In particolare, tra questi ultimi è emersa la consistente e ripetuta assenza di alcun titolo associativo. I militari hanno altresì ricostruito e rilevato l'esercizio di una vera e propria attività commerciale di somministrazione di alimenti e bevande, in regime di assoluta sleale concorrenza nei confronti degli operanti economici in regola e dichiarati'' al fisco, che lavorano nel medesimo ambito imprenditoriale. Le Fiamme Gialle hanno disconosciuto la natura di ente non commerciale dell'attività, ricostruendo i proventi derivanti dalla emergente vera e propria attività commerciale svolta: in due anni, la finta associazione sportivo-dilettantistica non ha dichiarato ricavi in nero per oltre 1 milione di euro, con relative violazioni di Iva dovuta ulteriori 100.000 euro. Contestate anche violazioni in materia lavoristica (presenti tre lavoratori privi di regolari contratti) e valutaria (per diversi i mesi i lavoratori sono stati pagati in contanti, non utilizzando i previsti metodi di pagamento tracciabili); per le predette violazioni sono scattate ulteriori pesanti sanzioni amministrative per complessivi 30.000 euro.

Dal complesso degli accertamenti svolti è emerso come la finta A.s.d. non abbia quindi rispettato i requisiti previsti, perdendo la qualificazione di ente associativo (ed i relativi benefici fiscali) e inquadrandosi piuttosto quale vera e proprio società/impresa, con tutti gli obblighi contabili conseguenti. In sostanza è stato fatto un uso distorto dello strumento associazionistico al solo fine di eludere il fisco e fare concorrenza sleale alle analoghe attività imprenditoriali che rispettano le norme. L'ente è stato riqualificato in soggetto esercente di fatto un'attività d'impresa, con conseguente rideterminazione della base imponibile ai fini Ires, Irap ed Iva. In particolare è emersa l'assenza di democraticità/reale partecipazione della compagine sociale, attesa la sostanziale esclusione di associati dalla vita associativa e dalla partecipazione alla volontà collettiva dell'ente.