Porti, a Livorno lavoratori minacciano 10 giorni di sciopero

I portuali chiedono sicurezza, salario e salute. "Diffusa la pratica del sotto-inquadramento in relazione alle mansioni prevalenti svolte, con il risultato di un'ulteriore compressione salariale"

Il latitante operava anche nel porto di Livorno

Il latitante operava anche nel porto di Livorno

Livorno, 26 agosto 2022 - Sicurezza, salario e salute. Tre 'S' non più negoziabili per i portuali di Livorno, pronti a dichiarare dieci giorni di sciopero se le proposte formulate dai sindaci non saranno ascoltate. E' questo, in sintesi, il mandato che i lavoratori riuniti in assemblea hanno consegnato a Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti. Sul fronte della sicurezza in porto "abbiamo avuto conferma del mancato impiego dei segnalatori, dell'utilizzo compulsivo dello straordinario" e ci sono "interferenze tra lo sbarco passeggeri e l'imbarco-sbarco dei rotabili", spiegano i confederali.

Per quel che riguarda la salute, invece, nei garage dei traghetti 'roll-on/roll-off' sono state riscontrate condizioni climatiche tali da sospendere le attività. "Criticità risolte parzialmente con soluzioni spesso artigianali, ma che non attenuano adeguatamente l'esposizione alle polveri sottili dei portuali. Inoltre, è stato denunciato, ed è semplice da verificare, un alto utilizzo del lavoro notturno. Il tutto aggravato dalla iniqua distribuzione tra i lavoratori".

C'è poi il capitolo stipendi, visto che "è diffusa con sistematicità la pratica del sotto-inquadramento in relazione alle mansioni prevalenti svolte, con il risultato di un'ulteriore compressione salariale. Nello specifico, in alcune realtà, emerge un'alta rotazione del personale in ingresso con contratti a termine che, finiti i termini, vengono sostituiti con altri lavoratori a tempo determinato". Una scelta, si osserva che danneggia "le professionalità incrementando il precariato". Nel porto, infatti, "il precariato ha numerose connotazioni, che non coincidono soltanto con la natura contrattuale, ma spesso con l'organizzazione del lavoro e la conseguente indisponibilità dei tempi di vita. Un ulteriore elemento precarizzante, inoltre, è il salario insufficiente".

Oltre a Livorno c'è il porto di Piombino che, oltre alle criticità comuni, "soffre delle incertezze di sviluppo e della crisi dell'industria siderurgica. Seppur con specifiche priorità i lavoratori di Piombino stanno attraversando una fase estremamente complicata che deve trovare composizione nella logica di sistema". Cgil, Cisl e Uil, quindi, chiedono l'aumento del 10% delle retribuzioni base; una ricognizione e un adeguamento dei livelli retributivi; la verifica della rotazione dei contratti a tempo determinato e stabilizzazione dei lavoratori precari per mezzo di una campagna di assunzioni con contratti a tempo indeterminato e di rendere operative le disposizioni sanzionatorie del provvedimento 22 dell'Autorità di sistema portuale del mar Tirreno settentrionale".