"Lega spaccata, pensi a casa sua"

Il parlamentare del Pd Andrea Romano risponde per le rime alle accuse dei consiglieri comunali

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"Alessandro Perini, Giulia Pacciardi e Carlo Ghiozzi giocano a Nostradamus, lanciandosi in previsioni su quale sarà (secondo loro) il prossimo candidato sindaco del centrosinistra a Livorno". Con ironia l’onorevole Andrea Romano smentisce le voci diffuse dai tre esponenti della Lega livornese, sulla sua possibile ’nomination’ per la carica di sindaco quando Luca Salvetti avrà terminato il suo attuale primo mandato. Le ipotesi lanciatre dalla Lega sono state esternate martedì nella conferenza stampa convocata per ribattere alle dichiarazioni del sindaco Salvetti giunto al suo terzo anno di mandato e al suo annuncio di essere a disposizione per il secondo mandato.

L’onorevole Romano, senza mettersi i guanti bianchi, rilancia attaccando il plotone leghista: "Le sue sparate servono solo a creare una cortina fumogena per mascherare la profonda spaccatura interna alla Lega di Livorno, con tre diversi correnti, impegnate a farsi la guerra e a contendersi tessere e poltrone. Una fotografia precisa del caos che domina la destra livornese". Romano fa questo invito a Perini, Pacciardi e Ghiozzi: "Occupatevi dei vostri problemi, invece di entrare in casa d’altri. Capisco che la Lega, da una parte frantumata dalle lotte per bande e dall’altra con Salvini come leader in declino, auspicherebbe la crisi della giuta Salvetti. Purtroppo per la Lega la giunta Salvetti con la sua maggioranza stanno lavorando molto bene. Salvetti si è rivelato un ottimo sindaco".

Abbandonato il sarcasmo, l’onorevole Romano prosegue con questa riflessione: "La vera risposta alle fantasie della Lega è nella realtà di un sindaco come Salvetti che sta lavorando molto bene nell’interesse di Livorno e dei livornesi, ascoltando la città rilanciandone la vocazione produttiva, creativa e solidale. Un’amministrazione che funziona perché nasce da un percorso avviato dal Partito Democratico nel 2018 nel segno della verità sulle potenzialità di Livorno e dell’apertura al mondo civico anche esterno al Pd. Come ha detto lucidamente Federico Mirabelli: il Pd lavora per dare continuità ad un percorso, anzi per rafforzarlo e possibilmente ampliare il consenso intorno al progetto".

Tornando alle voci sulla sua ipotetica investitura a candidato sindaco a Livorno, Romano taglia corto: "Sono abituato a non candidarmi, ma a discussioni politiche articolate tipiche di un grande partito come il Pd. Ribadisco come la discussione politica seguita alla sconfitta del 2014 (con il Movimento Cinque Stelle al governo della città) che portò il partito ad avviare una riflessione a tutto campo, anche drammatica e autentica. Servì a capire che occorreva un altro approccio. La sconfitta del 2014 ci insegnò ad aprirci alla città e alle forze civiche e superare l’autosufficienza". Di qui la scelta "di un candidato fuori dal partito – conclude Romano – e l’allenza con forze civiche".

Monica Dolciotti