Livorno nel ’Giornale dei Viaggi’

Dalle pagine del Duca di Modena e Reggio. Francesco IV viaggiatore accanito e appassionato

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Livorno nel 1816. Dalle pagine del Duca di Modena e Reggio. Viaggiatore accanito e attento amministratore, Francesco IV Duca di Modena è passato alla Storia soprattutto per i moti del 1831 e la condanna di Ciro Menotti. La sua vita e il suo operare rimangono in gran parte inediti, come i viaggi da cui è tratta la descrizione della nostra città che qui prendiamo dal terzo volume dei Giornale dei Viaggi pubblicati da Antiche Porte Reggio Emilia (pag.160, 10 euro www.anticheporte.it). Ne vien fuori una curiosa descrizione… “Venerdì 23 agosto 1816. Livorno è una bella città, nuova, regolarmente e ben fabbricata, benissimo selciata come Pisa di pietre di taglio quadre, è ravvivata dal commercio, molto popolata, sebbene non grande, conta da 50 mila anime insieme coi sobborghi che sono tre: l’uno dove si viene da Pisa, gli altri fuori della porta a mare, che sono quello dei Cappuccini più entro terra e quello di S. Giacomo verso i Lazzaretti. Livorno è cinto di buone mura, era altre volte fortezza e non aveva sobborghi: ha un canal di mare che esce dalla darsena e gira tutt’intorno alle mura della città. Alcuni canali di mare, poi subalterni, entrano nella città per comodo della navigazione di modo che si chiama Venezia una parte della città ove alcune contrade sono canali. V’è una bella piazza grande assai, quadrilunga, quasi regolare, d’una bella larghezza e il duomo vi sta come la chiesa di S. Marco sulla piazza S. Marco; vi è una grande contrada che traversa tutta la città dalla Porta di Pisa passando per la piazza innanzi al duomo fino alla porta a mare (poiché Livorno non ha che queste due porte). Vicino alla porta Mare si volta a sinistra per una contrada stretta e si va alla Locanda della città di Londra che è buona, grande , ma in una contrada stretta; ma ha la vista del mare e dei cantieri. Io andai alla casa di sanità, ove m’imbarcai in una barca e andai accompagnato dal Capitano del porto, Capitano De Angelo alla Lanterna. Livorno non ha vero porto, ma solo la darsena che è grande, buona, ben riparata, ma non ha fondo che per mediocri navi mercantili non cariche, la darsena è divisa in due bacini; poi sono i canali attorno ed entro la città per li navicelli d’Arno, barche... Parallelo alla darsena v’è il porto che non serve che per navi mercantili…”

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