Magazzini Generali Le collezioni

Mostra al Museo della Città di Livorno. . In esposizione le opere direttamente dai depositi

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Fino al 13 febbraio Magazzini Generali in mostra al Museo della Città di Livorno. In esposizione, le collezioni livornesi direttamente dai depositi del museo. Tutti i musei dispongono di un deposito nel quale vengono conservate le opere non esposte. Anche nei depositi dei musei civici di Livorno se ne sono con il tempo accumulate molte. I motivi possono essere molteplici: opere ricoverate temporaneamente per un restauro, utilizzate per allestimenti e poi ricollocate nei magazzini, donazioni ancora da valutare, opere scartate per le esposizioni permanenti perché ritenute non adatte al contesto espositivo. Si tratta di un materiale eterogeneo, fatto di dipinti su tela o su tavola, pale di altare un tempo collocate in chiese cittadine, sculture, stampe, oggetti. Non tutti capolavori, ma sicuramente tutti con una storia singolare, avvincente e appassionante. Una storia che racconta molto anche di scelte artistiche e curatoriali, motivazioni, errori o intuizioni che di fatto hanno segnato, almeno fino ad oggi, il destino di questi lavori. Durante il periodo del lockdown l’attività dei musei della città non si è interrotta; si è lavorato dietro le quinte, proprio dedicando il tempo a rileggere, verificare, inventariare, catalogare tutto il ricco patrimonio posseduto, sia quello esposto, sia, in particolare, quello custodito nei depositi. Lo studio effettuato ha permesso di riscoprire opere di valore, in gran parte sconosciute, ma importanti perché legate alle vicende artistiche cittadine. Non si pensi che il patrimonio non visibile abbia scarsa importanza o che sia frutto del lavoro di artisti anonimi. Tutt’altro: fra gli autori delle opere conservate al di fuori dei circuiti di visita compaiono nomi importanti dell’arte antica, moderna e contemporanea, insieme ad artisti locali o che hanno lavorato a Livorno. Non è improprio se un museo conserva delle opere d’arte senza presentarle al pubblico: spesso infatti risultano meno interessanti per i visitatori, ma importanti per lo studio non solo delle arti ma della storia stessa delle collezioni.

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