[OCCQN]Classe 2A, Istituto Giusti dell’Isola d’Elba

Il nostro progetto è molto ambizioso ma certi luoghi non sono a misura d’uomo. Ecco la proposta

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Il nostro pianeta rischia di essere irrimediabilmente compromesso dall’azione dell’uomo. Le città invisibili di Italo Calvino ha ispirato la nostra riflessione sul significato di città e di ambiente. Nel viaggio compiuto da Marco Polo e Kublai Khan attraverso le loro conversazioni, la consapevolezza che gli spazi urbani stiano diventando sempre più invivibili conduce alla necessità di creare città immaginarie di altro genere.

La nostra città immaginaria però è ambiziosa: crediamo che possa diventare reale, una vera città futura “visibile” e “vivibile”. Si tratta di una città del futuro che non scorda il passato, ma ne fa tesoro e lo valorizza, per non perdere la propria identità. Forse per gli architetti di oggi potrebbe risultare fantascientifico il nostro progetto, ma secondo noi è davvero realizzabile. Vorremmo una città ecosostenibile e non inquinata.

Le fonti di energia dovrebbero essere unicamente rinnovabili e la tecnologia sarebbe fondamentale ma senza prevalere e sostituire l’uomo. La nostra città dovrebbe avere un aspetto allegro e colorato, ogni edificio - uno diverso dall’altro per forma e dimensioni - dovrebbe essere pieno di piante, alberi, giardini pensili in cui sia possibile coltivare e rilassarsi. I palazzi avrebbero forme morbide e ondulate che richiamano le forme della natura. Ci piacerebbe viaggiare su mezzi ecologici “sospesi”, in aria. Vorremmo molto spazio per fare sport e frequentare scuole all’aria aperta. Anche gli animali dovrebbero riappropriarsi dei giusti spazi. Le risorse dovrebbero venire equamente divise e rese disponibili a tutti, così da eliminare la povertà e disincentivare la criminalità.

Ci immaginiamo strade pulite, senza asfalto e con la presenza di tanta acqua, funivie elettriche che mettano in comunicazione i luoghi della città in un via vai “sotto-sopra” comodo e mai caotico. Andrebbero svolti dei sondaggi per considerare le opinioni di tutti gli abitanti e costruire un’area urbana che le rispecchi. Ritroviamo la nostra immaginazione, fidiamoci di più di noi stessi e degli altri! Realizziamo questi luoghi migliori, senza la paura di non riuscirci. Come nelle città invisibili di Calvino, di conclusioni ce ne sono un po’ dappertutto. La conclusione che desideriamo noi è che ognuno abbia il coraggio di immaginare la propria città ideale e di mettersi all’opera, affinché non resti una semplice città invisibile.