"Quattro Mori, spezzate quelle catene"

Manifestazione di solidarietà per George Floyd davanti al simbolo della città: "Anche in Italia c’è razzismo e tanta indifferenza"

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Rabbia e voglia di cambiare la situazione. Manifestazione di solidarietà per George Floyd, il cittadino americano ucciso da un poliziotto per soffocamento, organizzata davanti alla statua dei Quattro Mori, quei neri incatenati simbolo di schiavitù. Questi stati d’animo sono stati espressi da ragazze e ragazzi, giovani e meno giovani che hanno riposto all’invito a manifestare lanciato da Deborah Odom. La Livorno delle Nazioni, fondata dai Medici e basata sulle Leggi Livornine per consentire agli stranieri di ogni provenienza e credo di stabilirsi tra le sue mura per prosperare e lavorate, riscopre oggi questa anima universale. Lo fa con la mobilitazione per la morte di George Floyd. Così prima venerdì alla Terrazza Mascagni (con la partecipazione anche del sindaco Luca Salvetti), ieri davanti alla statua dei Quattro Mori, i cittadini anche della comunità africana si sono dati appuntamento. Braccio destro alzato e pugno chiuso per solidarietà verso George. Condanna unanime del razzismo. Deborah Odom, 25 anni, nata a Livorno da mamma somala (attivista dei diritti) e babbo statunitense (militare di Camp Darby), ha organizzato l’iniziativa con il supporto del Collettivo Ex Caserma Occupata. "Eravamo davanti ai Quattro Mori non perché vogliamo buttare giù questo monumemto, ma perché è parte della nostra storia" ha detto Deborah venditrice di presidi medici. Ha studiato prima all’Enriques, poi al Colombo. "Io sono afro-italo-americana. Sono cittadina del mondo e guardo all’Italia con preoccupazione perché ho letto reazioni sui social che fanno rabbrividire. Mi hanno scritto che oggi il problema non è il razzismo, ma la disoccupazione. Io ho risposto che se le cose stanno così scendano in piazza e si diano da fare". Ribadisce: "Il razzismo in Italia c’è. Si manifesta in tante forme: sui social, con frasi infelici, o con il negazionismo".

Pesanti sono state anche le parole pronunciate da un’altre ragazza Fatou Tall senegalese, ma nata in Italia e studentessa del Liceo Cecioni. C’era anche lei ieri sul piazzale davanti ai mori incatenati ai piedi del Granduca Ferdinando de Medici, i quattro corsari barbareschi catturati perché razziavano le coste toscane. "Sono fiera di quello che sono, delle mie radici – ha detto Fatou – Qui in Italia, dove vivo e studio, mi sento italiana. Ma questo Paese putroppo è pervaso dal razzismo che si manifesta con l’indifferenza. Lo potremo combattere solo con le nostre azioni. Solo così faremo valere quei diritti che a George Floyd sono stati tolti con la sua uccisione".

Monica Dolciotti

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