"Rette da migliaia di euro per gli studenti-sportivi"

Una mamma livornese: "Mio figlio gioca nella Primavera della Carrarese. Lo abbiamo iscritto in un istituto privato, ma i costi sono molto alti"

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Studio e sport a livello agonistico si può? Se per le Università vale la regola: ognuno fa da sé seguendo il proprio regolamento e mettendo in campo i propri strumenti, anche per le scuole è sempre la stessa musica, o almeno in parte. Nel 2018, sul territorio nazionale fu lanciato il progetto sperimentale "Studenti e sport a scuola" che avrebbe dovuto sostenere gli studenti-atleti delle scuole secondarie di secondo grado (mentre le scuole medie restano completamente fuori da ogni tipo di sostegno agli sportivi in erba) nelle sforzo di conciliare studio e attività sportiva a livello agonistico. Stando ai dati pubblicati sul sito del Ministero dell’Istruzione e del Merito, nell’anno scolastico 2021-22 la Toscana si è classificata sesta nel panorama nazionale con oltre 2.200 studenti-atleti aderenti per 138 scuole secondarie di secondo grado (su un totale di 358 scuole statali e 49 private).

La suddivisione per indirizzo scolastico evidenzia tre tipologie principali: liceo scientifico 36%, istituti tecnici 26%, e i licei ad indirizzo sportivo 14%. Sembrerebbe inoltre un progetto in forte crescita, tuttavia resta un interrogativo aperto: perché non aver posto l’obbligatorietà e aver lasciato piena discrezionalità a ciascun istituto di scegliere se aderire o restarne fuori? Da questo quadro quindi restano esclusi numerosi istituti scolastici, proprio perché entra in gioco la discrezionalità che, nel caso di un rifiuto da parte della scuola, impone a numerose famiglie di virare verso strutture private per permettere ai propri figli-atleti di conseguire il diploma di maturità. E non perché manchi la voglia di studiare, ma per gli ostacoli a volte insormontabili.

"Nel 2020, mio figlio si è trasferito a Carrara per giocare nella Primavera della Carrarese" racconta una mamma livornese che preferisce restare nell’anonimato. "Con il suo trasferimento abbiamo optato per l’iscrizione in un istituto di Massa - prosegue -. Abbiamo subito chiesto l’attivazione del progetto ’Studenti e sport a scuola’. Tuttavia con il passare del tempo, i fatti hanno reso evidente la mancata adesione: è diventato sempre più difficile conciliare sport e studio, in parte a causa di interrogazioni non programmate. Mio figlio stava rischiando di perdere l’anno, così siamo stati costretti a trasferirlo in una scuola paritaria. La società sportiva ci è venuta incontro sostenendoci economicamente nel pagamento della retta da migliaia di euro, ma non tutti hanno la nostra stessa fortuna. Il diritto allo studio deve essere tutelato e garantito a tutti, anche ai ragazzi che, con impegno e sacrificio, provano a concretizzare il proprio sogno mentre ancora studiano. Non dovrebbero perciò essere affossati, ma sostenuti in questa grande impresa".

Ilaria Vallerini