"Rider investito, la mattanza deve finire"

Livorno, l’incidente in corso Mazzini, trentanovenne in prognosi riservata. L’automobilista ammette le colpe

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Ha rischiato di morire domenica sera, mentre percorreva Corso Mazzini, il rider di 39 anni (alle dipendenze di Globo) tunisino Mohamed Jeridi, ferito dopo lo scontro con un’auto. Il conducente della vettura, un sessantenne straniero residente in città, dopo il violento impatto contro lo scooter del rider, è sceso dall’auto e si è allontanato lasciando a terra il trentanovenne con più fratture agli arti. Portato subito in ospedale con un’ambulanza della Misericordia, è stato operato ieri e pur se in prognosi riservata, non è in pericolo di vita.

Intanto ieri mattina, poco prima delle 11, il ’pirata della strada’ si è presentato al comando della polizia municipale per assumersi le sue responsabilità. Il sessantenne è stato così denunciato per omissione di soccorso e gli è stata ritirata la patente. La polizia municipale, intervenuta domenica sera sul luogo del sinistro, sta ricostruendo la dinamica dell’incidente.

Tutto è successo tra le 22 e le 23 di domenica sera. Il rider stava percorrendo Corso Mazzini diretto in centro quando, all’altezza con Borgo San Jacopo è arrivata un’auto dalla direzione opposta. In quel momento i due mezzi si sono scontrati. Subito sul tam tam dei social che mette in comunicazione i rider a Livorno, si è diffusa la drammatica notizia dell’incidente, l’ennesimo di una ormai lunga serie che sta colpendo in tutta Italia questa categoria di lavoratori poco tutelati e in corsa quotidiana contro il tempo, per effettuare più consegne possibile per racimolare a fine mese più soldi.

Andrea, nipote di William De Rose, il trentenne rider di Deliveroo morto in ospedale dopo lo scontro frontale con un’auto avvenuto il 25 marzo scorso sul viale Marconi, è scioccato. "Questa mattanza deve finire. Non si può morire o rischiare la vita così lavorando per le piattaforme del delivery. – le sue parole – Domenica sera, pur lavorando ora per un corriere e non più per le piattaforme delivery, sono rimasto in contatto con gli ex colleghi. Ho saputo subito dell’incidente capitato a Zeus, questo è il suo soprannome. Tutta la mia solidarietà a questo lavoratore.

Filippo Bellandi, segretario generale Nidil-Cgil provincia di Livorno, interviene per commentare: "Come Nidil-Cgil non possiamo fare a meno di evidenziare quanto sia inaccettabile che i lavoratori delle piattaforme di food delivery continuino a rischiare la vita a causa dei ritmi frenetici imposti dall’algoritmo che gestisce il loro lavoro. Serve un cambio di rotta". Ricorda: "È passata poco più di una settimana dall’infortunio mortale a Firenze del rider Sebastian Galassi e poco più di 6 mesi da quello di William De Rose, avvenuto nella nostra città". Bellandi chiede infine di "convocare il tavolo su rider e mobilità urbana attivato nei mesi scorsi dopo la morte di William De Rose".

Monica Dolciotti