Rifiutano il tampone, niente rimpatrio

La scappatoia dei clandestini che vengono fermati dalle forze dell’ordine, tornano subito a piede libero

Migration

Sono più di venti gli immigrati irregolari denunciati che la Polizia non ha potuto inviare ai centri di rimpatrio perchè avevano fatto opposizione al tampone anticovid. Le armi della Polizia sono spuntate di fronte a questo meccanismo che ostacola le azioni per vincere la resistenza non previste dalla legge. Per essere accompagnati ai centri di rimpatrio, i clandestini devono sottoporsi al tampone Covid. Molti si rifiutano e tornano in giro, senza troppi problemi. E’ una dinamica perversa che solo il Governo può bloccare. E i dati forniti dalla Questura di Livorno parlano chiaro: sei blitz in via Giordano Bruno contro le occupazioni abusive. Si tratta, per lo più di stranieri irregolari sul nostro territorio. Anche ieri, come stabilito in sede di Comitato provinciale per l’Ordine e la sicurezza pubblica, in Prefettura, le Forze dell’Ordine - Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza - con la Municipale, in base all’ordinanza di servizio firmata dal Questore Roberto Massucci hanno effettuato il sesto accesso in Via Giordano Bruno in quanto luogo ad alto livello di illegalità determinato da presenze abusive e persone dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti. C’era anche personale di Casalp e del Comune. Sono stati liberati da occupanti abusivi e messi in sicurezza 19 alloggi nell’ultimo anno, di cui 4 negli ultimi tre interventi. Nel corso dei controlli non sono stati rinvenuti stupefacenti. Dopo la morte di Denny Magina, il ragazzo di 29 anni precipitato dal quarto piano di un immobile in via Giordano Bruno, la rete criminale che faceva base a Fiorentina si è dileguata. Ma, come spesso ripetono le istituzioni livornesi, prima o poi chi delinque a Livorno viene assicurato alla giustizia.

Negli ultimi mesi le azioni per contrastare la criminalità sono state orientate, anche col supporto di Casalp e del Comune, all’abusiva occupazione di immobili di edilizia popolare, problema collegato all’immigrazione clandestina e allo spaccio di sostanze stupefacenti. Gli accessi sono stati sigillati con grate di ferro, contattando telefonicamente gli occupanti al fine di regolarizzare la propria situazione abitativa.