Piombino, il rigassificatore sarà in porto

La piattaforma off shore non si farà. Ecco l’esito dell’incontro a Firenze con i sindaci

La banchina dove andrà il rigassificatore

La banchina dove andrà il rigassificatore

Piombino (Livorno), 18 giugno 2022 - Centoventi giorni di tempo per portare a termine tutte le procedure relative alle autorizzazioni e verificare se ci sono le condizioni di sicurezza necessarie. Poi la nave rigassificatrice potrà essere ormeggiata alla banchina Pim del porto di Piombino. Questa la novità emersa ieri mattina a Firenze nel vertice tra il presidente Eugenio Giani (commissario nominato dal Governo per realizzare il rigassificatore) e i sindaci di Piombino, Portoferraio e della Val di Cornia, tutti contrari al progetto.

La nave sarà a Piombino per circa due anni per superare l’emergenza gas, poi sarà spostata, forse a Livorno vicino all’impianto off shore già esistente. Giani ha chiarito anche perché la nave andrà nel porto e non al largo. "Per realizzarla al largo ci vuole più tempo. In questo caso si parla di energia che manca e dobbiamo agire velocemente con un rigassificatore che allo stato attuale arrivi ad integrarsi in tempi brevi". Il presidente ha definito la riunione "seria e con spirito costruttivo". "Se a me il Governo chiede in modo oggettivo di svolgere un incarico di commissario per una finalità di utilità nazionale così evidente, vista la necessità – ha spiegato Giani – io questo ruolo lo devo svolgere. Contemporaneamente voglio che con i sindaci e i rappresentanti del territorio ci sia un co stante contatto".

"È evidente – prosegue il presidente Giani – che vi siano anche una serie di elementi, ad esempio il fatto del circuito chiuso e aperto della nave. I tecnici della Snam ci hanno detto che da un punto di vista ecologico è meglio il circuito aperto perché non ci sono emissioni, limitandosi, il circuito aperto a captare l’acqua senza elementi inquinanti. Poi le considerazioni di carattere politico. Sotto questo aspetto mi pongo di fronte ad un realtà scettica, diffidente e contraria, ma c’è un interesse nazionale che deve essere eseguito e in questo interesse c’è anche il mio impegno ad avanzare al Governo un memorandum in cui il Governo, che chiede questo sacrificio a Piombino, garantisca allora quegli investimenti che da anni erano promessi e non sono stati fatti e che riguardano bonifica ambientale dei terreni delle Acciaierie.

Poi il ragionamento sulle rinnovabili, idrogeno, eolico, fotovoltaico, "perché – osserva Giani – l’area oggi occupata dalla acciaierie: 900 ettari per la prospettiva di un forno elettrico, in realtà bastano 150 ettari. In questo senso l’altro territorio può essere recuperato e indirizzato verso il distretto delle rinnovabili. Ecco, io dal Governo vorrei andare potendo prospettare da un lato il gassificatore per come si propone e dall’altro portare anche l’impegno che venga attuato nei prossimi anni l’interesse di un territorio che va ad avere questo gravame".