Finalmente il Rivellino lascia la Venezia

Il sindaco Salvetti ha presentato con orgoglio il progetto del trasferimento in via Enriques in un’area che Eni ha venduto ad Asa

Rivellino

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Livorno, 23 febbraio 2022 - Il sindaco Luca Salvetti l’ha definito “un evento storico”. Il nostro sindaco, come si sa, è modesto, anche se gli piace definire i suoi impegni con parole auliche. Nel caso in questione però il progetto dell’Asa di trasferire il depuratore urbano dal centro urbano alle aree industriali cedute da Eni, qualche rullo di tamburi lo merita. E lo merita con tutti i però connessi: i tempi non certo veloci (giustificati da un’opera certo complessa) i finanziamenti non ancora totali (ma sperare in un futuro più generoso é umano), l’area scelta che fa parte dei piani di espansione delle industrie e del porto (ma forse ci sarà collaborazione con l’Authority) e infine la capacità reale di Asa a portare a compimento il tutto. Da capire anche come la prenderanno i cittadini di Colle che sono proprio al confine. Ma forse tra sindaci si sono già accordati. Alla presentazione il sindaco Salvetti, dall’assessore Gianfranco Simoncini, per Asa il consigliere delegato Valter Cammelli, il presidente del consiglio di gestione Stefano Taddia, il consigliere delegato Alessandro Fino, Ginevra Virginia Lombardi presidente del Consiglio di Sorveglianza e i vertici tecnici Mirco Brilli e Michele Del Corso. Ha fatto rumore l’assenza di Eni.

Nella sala cerimonie c’è stato un richiamo al sito attuale al Rivellino che certo non profuma il quartiere storico della Venezia. In stretta sintesi: un investimento di 48,3 milioni di euro per trasferire l’impianto di depurazione in una zona in via Enriques venduta all’Asa da Eni che sta tirando i remi in barca su una parte sostanziosa delle sue attività e quindi restringe il perimetro che le serve (e anche il suo destino potrebbe essere un argomento da approfondire). Nell’evento é compreso anche un altro step importante, la riattivazione della piattaforma di Paduletta per il trattamento dei reflui liquidi e per la depurazione delle acque di bonifica. Se bisogna pensare - è la sostanza- tanto vale farlo in grande. E da parte sua il presidente di Asa Taddia ha confermato l’impegno sia sulla parte economica che progettuale: il tutto in ottemperanza a protocolli risalenti al 2019 con la Regione- che contribuisce- sulla base di idee già maturate ai tempi della precedente amministrazione comunale.

Sui tempi, il primo step - un depuratore da 30 mila abitanti - sarà già in azione tra tre anni. Il secondo step (depurazione dei reflui) punta al 2029: il nuovo polo lo vedremo forse tra una decina d’anni, a patto di reperire 7 milioni ancora mancanti. Sperare almeno non costa niente. M.B.