"Salta lo spettacolo di Buscemi, discriminazione politica o di genere?"

Tre attrici Robin’s, Benedetti e Castellana scrivono una lettera aperta al sindaco di Rosignano e al presidente della Regione

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di Gabriele Masiero

Il protagonista de "L’Avaro" di Moliere è un leghista e quindi lo spettacolo del 16 agosto, a Castello Pasquini di Castiglioncello, non deve andare scena. L’annullamento improvviso della data teatrale innesca la polemica politica nella già rovente (non solo per le temperature) estate preelettorale. La denuncia arriva da Eva Robin’s e altre due attrici della compagnia di Buscemi, Martina Benedetti e Livia Castellana, con una lettera aperta indirizzata al sindaco di Rosignano, Daniele Donati: "Dopo la calendarizzazione ufficiale della data avvenuta il 9 giugno, nei giorni scorsi la stessa è stata cancellata perché la compagnia non era gradita". Le tre attrici ricordano che di fronte alla richiesta di chiarimenti della compagnia di Buscemi "l’organizzatore faceva ben capire che la nostra presenza non sarebbe stata gradita ai due rappresentanti del Comune: l’assessora alla Cultura e il direttore artistico di Armunia". "E’ evidente - prosegue la missiva - l’intento discriminatorio commesso ai danni della nostra compagnia, consumato all’interno di un festival finanziato non solo da denaro privato ma anche pubblico e che si svolge in uno spazio che è di tutta la comunità (non certo di proprietà del direttore artistico e tantomeno di un’assessora), peraltro nel perimetro di scelte professionali che per contratto scritto spettano unicamente all’organizzatore del Castiglioncello Festival".

Le attrici poi difendono Buscemi: "Gli si addebita di essere stato assessore a Pisa, in quota Lega, ma quel ruolo gli spettava per riconosciuta competenza e professionalità e seguiva perfino la sua elezione come consigliere comunale fra i più votati alle amministrative pisane 2018: il nostro sistema democratico non pare contempli nessun tipo di ostracismo verso eventuali competitor politici, soprattutto in ambito lavorativo". Fino all’affondo finale che adombra possibili discriminazioni di genere: "Oppure il problema è la presenza nel cast di una famosa persona trans? Tutte le lunghe lotte fatte per l’emancipazione e soprattutto l’acquisita piena consapevolezza da parte di una più matura società italiana non sono bastate alla vostra importante comunità per prendere atto di un fatto ormai storico, e cioè che non dovrebbero più (r)esistere simili pruriginose distinzioni?".

Per questo Eva Robin’s e le altre due colleghe chiedono una presa di posizione netta da parte di Donati: "E’ stato compiuto un incomprensibile, disgustoso e inaccettabile atto di prevaricazione e di discriminazione e le chiediamo di prendere decise distanze da una simile prova di inciviltà e di barbarie culturale". Infine l’appello al presidente della Regione, Eugenio Giani, "uomo di raffinata preparazione intellettuale", a "stigmatizzare il grottesco accaduto e a vigilare affinché ogni rappresentante delle istituzioni amministri le iniziative teatrali e culturali del territorio con giustizia e equità, nel solco delle secolari regole democratiche che hanno fatto grande la Toscana".