"Salvini ha telefonato al vescovo di Livorno ringraziandolo per le cose dette". E la sinistra è in subbuglio

Il parlamentare leghista Potenti: "Monsignor Giusti ha affrontato temi sui quali ci battiamo da sempre". Bottai: “Fa campagna elettorale”

Il sindaco Salvetti e, a destra, il vescovo Giusti (Foto Novi)

Il sindaco Salvetti e, a destra, il vescovo Giusti (Foto Novi)

di Michela Berti

Livorno, 24 maggio 2023 – “ Sì, il ministro Matteo Salvini stamani (ieri, ndr) ha chiamato il vescovo monsignor Simone Giusti".

La conferma dell’indiscrezione ci arriva dal parlamentare livornese della Lega Manfredi Potenti. Cosa si sono detti? "Immagino – risponde Potenti – che il ministro abbia ringraziato il vescovo per quanto ha detto negli ultimi giorni su argomenti che sono sempre stati al centro delle nostre battaglie. Argomenti per noi della Lega molto importanti". Monsignor Giusti, in viaggio per Roma, non si sbilancia sulla telefonata: "Di carne al fuoco ce n’è tanta. Gli interventi del vescovo sono sempre di bioetica, morale e fede. Questioni non tanto di politica quanto di etica, poi è chiaro che fra ethos e politica c’è contaminazione ma i miei interventi sono relativi alla questione morale. Di temi di bioetica è bene che se ne parli, e su questi la chiesa interviene continuamente. Anche il Santo Padre lo ha fatto. E’ giusto che la chiesa, quando si tratta di certe questioni, intervenga e non per essere una voce nell’agone partitico ma perchè è giusto che dica la sua". E il vescovo Giusti, in occasione delle festività per Santa Giulia, la sua l’ha detta, eccome. Ha ribadito: "Vengono socialmente scomunicati coloro che si oppongono al matrimonio omosessuale, all’aborto o alla produzione di persone in laboratorio".

Il vescovo Giusti (Foto Novi)
Il vescovo Giusti (Foto Novi)

Il parlamentare Potenti: "Sto con il vescovo Giusti, basta attacchi a libertà espressione. È inaccettabile che la sinistra livornese (il riferimento è alle parole di Paolo Fenzi, capogruppo Pd, e Pietro Caruso presidente del consiglio comunale e vice presidente della Provincia, ndr) si esprima con durezza sulle parole del vescovo Simone Giusti, il quale si è limitato soltanto a ribadire quella che è la dottrina della Chiesa cattolica. La reazione spropositata, da esponenti delle istituzioni locali, dimostra come monsignor Giusti abbia colto nel vivo con il suo richiamo alla sinistra sulla maternità surrogata e sulla libertà di pensiero a proposito della contestazione del ministro Roccella a Torino. Peraltro, il ‘no’ del vescovo all’utero in affitto è in piena sintonia con quanto detto di recente da Papa Francesco e oggi stesso dal presidente della Cei, il cardinal Matteo Zuppi. Ma in questi casi non sono arrivati strali da parte della sinistra. La mia totale solidarietà al vescovo Giusti perché il concetto di laicità dello Stato deve implicare la libertà della Chiesa e dei suoi rappresentanti a proclamare i loro insegnamenti senza incontrare attacchi o addirittura richieste di censure".

Sinistra in subbuglio

La sinistra è in subbuglio. Le parole del vescovo monsignor Simone Giusti hano destato non poco clamore anche nelle fine della sinistra radicale come quella rappresentata da Lenny Bottai. «Il comando alleato si insediò a Livorno a ridosso della liberazione della città e la prima cosa che fece fu chiamare il vescovo e sincerarsi dei suoi sentimenti anti-comunisti (essendo terra rossa). Salvo rare eccezioni che confermano la regola, la Chiesa ha sempre perorato la causa della destra, culturalmente e politicamente, ed il vescovo (peraltro pisano, non me ne vogliano gli amici e compagni di Pisa ma lo devo dire) con il cambio di governo ha intensificato i suoi attacchi alla sinistra (in senso lato, per spostare la città)».

Lenny Bottai
Lenny Bottai

E’ lo sfogo di Lenny sul suo profilo Facebook: «Nel corso degli anni ne ha dette di cotte e crude, ha spaziato i suoi interventi sui rifiuti, sponsorizzando i termovalorizzatori (avvicinano a Dio...); sul lavoro, raccontando che i giovani oggi vogliono guadagnare facile e in città manca la cultura del lavoro (detto da un prete poi...); oppure si è sbizzarrito in incontri pre-elettorali per rimarcare la sua volontà di non pensare solo alla fede. Ecco, in due giorni ha sferrato altri due attacchi che dimostrano le sue intenzioni pre elettorali. Mi domando se ai fedeli va bene avere un Vescovo che anziché pensare alla fede fa campagna elettorale come un politico qualsiasi. Sono ateo e nemmeno battezzato, ciò non mi impedisce di poter rispettare chi crede, perché ne ha bisogno per debolezza sua, per tutto ciò che è - forse - umano e legittimo nella sfera del personale, ma questo non è niente di tutto ciò. Ed in uno stato veramente laico, un elemento così, non dovrebbe avere alcuna visibilità e ruolo».