Il rione Shangai si mobilita: "Non chiudete la banca"

La lettera di don Rosario: "Così anziani lasciati soli e senza servizi"

La raccolta firme nel quartiere

La raccolta firme nel quartiere

Livorno, 26 aprile 2018 - Per ora sono già 180 i residenti che hanno messo la firma sulla petizione contro la chiusura della filiale della Cassa di Risparmio di Lucca, Pisa e Livorno che si trova in piazza Fratelli Bandiera nel popolare quartiere di Shangai, affacciata sull’angolo con via Oreste Paretti. Una rivolta gentile, un caso dai risvolti soprattutto sociali, come ci hanno confermato a gran voce i residenti. Shangai, quartiere simbolo della Livorno popolare, si sente abbandonato. E non ci sta a veder sfumare l’ultimo presidio a livello di servizi al cittadino. Il numero dei firmatari crescerà inevitabilmente «visto che la raccolta è ancora in corso tramite l’edicola in piazza e all’inizio della settimana organizzeremo un altro appuntamento pubblico – spiega Maurizio Manetti – L’unico strumento di contatto attivo per il quartiere è proprio lo sportello, visto che nell’area non è neppure presente un ufficio postale. Vede, qui ci sono tantissimi anziani: per loro gli impiegati dello sportello rappresentano un’ancora di salvezza e una presenza certa».   «E sono loro che, quando le persone si recano in banca, indicano al 30 giugno la chiusura dei battenti – prosegue Perla Lanzone – Ma per andare, per esempio, alla filiale alternativa di via Provinciale Pisana ci vorrebbero due autobus. Nel quartiere si raccolgono molti casi di disagio, tante persone hanno difficoltà a camminare. Come faranno? Anche ritirare la pensione sarà un viaggio». «Speriamo la dirigenza si metta anche la mano sulla coscienza – prosegue Manetti – Consegneremo le firme entro qualche settimana e tramite i consiglieri Pd Pietro Caruso e Francesco Gazzetti porteremo nelle stanze della politica questo disagio, soprattutto sociale. Anche l’onorevole Andrea Romano si interesserà della questione». «Un bel danno per il quartiere – sottolinea Simonetta Pampaloni – Pure i trasporti sono un rebus, la Lam passa ogni 40 minuti solo da via Cestoni senza toccare gran parte del rione. Serve più attenzione contro il degrado e misure nuove per la sicurezza. C’è da dire che, nonostante tutto, a Shangai batte un grande cuore e ogni difficoltà si affronta grazie e una bella solidarietà umana». «Così si finirà per spegnere un’altra luce nel rione e sarebbe ingiusto – conclude Sandro Vironetti – Noi ci proviamo, non lasciamo nulla di intentato».

La lettera di don Rosario Esposito

«L’ultima decisione del banco popolare di Pisa, Lucca e Livorno, di chiudere la filiale del quartiere di Shangai è arrivata sulle spalle dell’utenza come una trave tra capo e collo». A dirlo, in una lettera accorata, è il parroco della chiesa del quartiere, don Rosario Esposito. «Qui la maggior parte dei residenti anziani (ma non solo), non hanno gli strumenti o le competenze per fare tutto ‘online’ come si dice oggi, trovano nella banca vicino a casa, nel contatto umano con i dipendenti un punto sicuro a cui rivolgersi, un luogo dove poter arrivare a piedi, in autonomia, con la dignità di poter sbrigare da soli delle commissioni che altrimenti richiedono l’aiuto di familiari, oppure di percorsi più lunghi quindi faticosi, scomodi e per taluni quasi impossibili, per accedervi».

 La filiale della banca con sede in piazza Fratelli Bandiera, è stata inaugurata nel 2009. «Nel giro di una decina d’anni è diventata qualcosa di più di un semplice ufficio – prosegue don Rosario – è un punto di riferimento, uno di quegli elementi che rendono il quartiere vivo e vivibile per chi si sposta con fatica solo a piedi. Shangai è uno dei quartieri storici della nostra Livorno, pieno di vita, certamente di difficoltà ma soprattutto è fatto di storie che si sovrappongono, di persone reali che ho imparato a conoscere ed amare e adesso ritengo giusto difendere nei propri interessi. Eppure – conclude il parroco – vivendo questa realtà ogni giorno, non posso fare a meno di notare che negli ultimi anni siamo stati lasciati soli, senza un progetto di riqualificazione delle aree urbane o anche solo di manifestazioni di festa. Ci siamo trovati a far fronte a sempre più richieste di aiuto da soli. L’ultima è quella di un’utenza che vede l’area di Shangai sempre più delocalizzata e senza servizi».