"Si faccia subito chiarezza sugli investimenti Eni"

Dopo l’esplosione alla raffineria ci si interroga sullo stato degli impianti. Sicurezza, conversione verde, istituzioni, parla il segretario Cgil Zannotti

Fabrizio Zannotti, segretario Cgil Livorno (Foto Novi)

Fabrizio Zannotti, segretario Cgil Livorno (Foto Novi)

L’incidente accaduto alla raffineria di Stagno, dove è esploso l’impianto Hot oil 2 (per fortuna senza feriti e vittime) , è un campanello di allarme secondo Fabrizio Zannotti, segretario generale Cgil Livorno. "Se accadono incidenti del genere in impianti di questo tipo, vuol dire che qualcosa è andato storto".

Era l’unico impianto in funzione?

"Sì ed era uno di quelli con meno anni. Tutto il resto della raffinerie ora è in fermo per la manutenzione periodica".

Quando c’è la fermata per manutenzione c’è anche più personale dentro la raffineria?

"Quello delle ditte oltre a quello diretto di Eni. L’impianto distrutto era in marcia ed era dotato di telecontrollo a distanza. Le cause dell’incidente sono in fase di valutazione".

L’esplosione di martedì può far temere per la sicurezza della raffineria?

"Quando c’è la fermata si fanno tutti i controlli possibili sugli impianti. Il problema è un altro: da un anno tutti i sindaci chiedono al Governo investimenti chiari sulla transizione ecologica dell’impianto di Stagno. Ad oggi non sono arrivati segnali da Roma. Di riflesso il problema riguarda anche le istituzioni locali. Il sindaco di Livorno Luca Salvetti e quello di Collesalvetti Adelio Antolini si sono impegnati a sollecitare il Governo come noi. Dall’altra parte rileviamo una certa ‘superficialità’ sulla questione raffineria dei consigli comunali di Livorno e Colle, ai quali ricordiamo che l’impianto Eni significa 3000 posti di lavoro, di cui diretti 500, altri 600 tra le ditte esterne e il resto sono indotto, porto e logistica. Se chiude la raffineria l’impatto sarà pesante per il territorio"

E se perdura il silenzio di Roma?

"Se in tempi rapidi non avremo risposte, i sindacati sono pronti a iniziative importanti non escluso lo sciopero, anche perché all’incidente di martedì in una fase di carenza di investimenti di Eni su Livorno, potrebbero seguirne altri".

Produzioni green o morte?

"Occorre che tutti, forze politiche incluse, invece di discutere sui punti percentuali del consenso dell’elettorato, facciano uno sforzo reale per chiedere la conversione green dell’impianto di Stagno, puntando sulla bioraffineria per produrre biocarburanti. Il Governo deve fare in modo che i carburanti verdi costino meno. Altrimenti sarà inevitabile la dismissione della raffineria".

Il rilancio della raffineria si può sposare con la tutela ambientale?

"Si devono pretendere investimenti di Eni che contemplino miglioramenti ambientali".

Ci sono nubi all’orizzonte?

"Alla fine della fermata se Eni, dopo quanto accaduto, non ripristinasse l’impianto distrutto che era uno dei più recenti, scatterebbe un segnale d’allarme serio per il territorio".

Monica Dolciotti

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