Livorno, chiesta la riduzione della Tari per le imprese ristorative e turistiche

Richiesti dall'associazione al Comune anche l'azzeramento del suolo pubblico e l'introduzione dei Livorno travel bond per i turisti che pernottano di più

Tiziana Del Monaco del ristorante ’La Miniera’ è rappresentante di Tni

Tiziana Del Monaco del ristorante ’La Miniera’ è rappresentante di Tni

Livorno, 18 luglio 2022 - Imprese del mondo horeca ancora distrutte dalle conseguenze delle restrizioni introdotte per arginare la pandemia: perciò Tni proporrà all'amministrazione comunale in un incontro che si terrà il prossimo 27 luglio, di Livorno una riduzione della Tari in proporzione al calo di fatturato registrato nel biennio 2020-2021; l'azzeramento del suolo pubblico fino al 31 dicembre 2022,  con la possibilità, per chi non ha goduto di questa agevolazione, di ottenere la riduzione di almeno il 50% della quota fissa della Tari;  e infine l'introduzione dei "Livorno travel bond", ovvero di buoni spendibili nelle strutture ricettive, bar, ristoranti, gelaterie presenti nel comune, da distribuire a quei turisti che pernottano di più sul territorio livornese.

 Per rendersi conto di quanto gravi la Tari su un'impresa ristorativa, basta considerare che un bar livornese spende mediamente 1.400 euro l'anno e un ristorante di 100 metri quadrati, con giardino, più di 6mila euro l'anno.

"Siamo in piena emergenza economica. In una fase di rincari generalizzati, con le bollette della luce in aumento esponenziale (fino al +270% a giugno 2022 rispetto allo stesso mese 2021), servono misure da mettere in campo immediatamente a sostegno delle imprese della ristorazione, anche a livello di enti locali, a partire da un intervento sulla Tari – spiegano la presidente della Toscana dell'associazione Tiziana Del Monaco e il segretario regionale di Tni Italia Francesco Ricciardi – I costi in questo contesto di crisi economica sono insostenibili. Per questo abbiamo avanzato alcune proposte al Comune di Livorno, che lo scorso anno ha dimezzato la Tari. Quest'anno si prevede invece un aumento, attorno al 7%».

Tni Italia peciò chiede la riduzione della Tari in proporzione al calo di fatturato certificato dai bilanci 2020 e 2021 rispetto al bilancio 2019 nel caso delle società di capitali, mentre per le altre aziende attraverso il calo sui corrispettivi: «Ad esempio, nel caso di perdita pari al 60%, si applicherebbe uno sconto Tari del 60% - spiegano Del Monaco e Ricciardi - e questo anche nel rispetto ideologico del concetto che meno si è lavorato e meno si è prodotto rifiuti. Inoltre, chiediamo all'amministrazione che si prevedano dei piani di rientro per le attività che non hanno pagato la Tari a partire da un minimo di 36 rate, senza applicazione di oneri ed interessi".

Tni Italia chiede inoltre di reinvestire eventuali disavanzi o scostamenti di bilancio provenienti da bandi per sostenere le imprese nell'emissione di Livorno travel bond e un fondo per tutte le start up presenti nel territorio che non hanno beneficiato di alcun sostegno né tantomeno dell'accesso al credito, contributi a fondo perduto da utilizzare nella filiera locale per acquisti di prodotti enogastronomici di aziende toscane ed un piano di ricostruzione economica comunale da realizzare grazie ad accordi con le banche inserite nel tessuto economico della zona per la concessione di garanzie al credito per le imprese che ne sono rimaste tagliate fuori.  

"Abbiamo lanciato le nostre proposte salva-crisi per Livorno perché la nostra associazione sindacale, Tni Italia, sta lavorando a testa bassa per cercare di non lasciare nessuno indietro. Ringraziamo l'assessore al commercio Rocco Garuffo per averci ascoltato e aver aperto il tavolo di confronto, con l'auspicio - concludono Del Monaco e Ricciardi - che ciò porti a risultati concreti per una categoria in forte difficoltà e che negli ultimi mesi ha già registrato, proprio sul territorio di  Livorno, diverse chiusure. E' in gioco la sopravvivenza delle imprese del territorio".

 

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