Verità e retroscena sul futuro della sponda est della Darsena Toscana

Il presidente dell’AdSP Guerrieri era consapevole fin dal suo arrivo a palazzo Rosciano che sarebbe stato difficile ma determinante

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C’é chi aveva scommesso che fosse una “mission impossible”: ovvero mettere d’accordo le imprese che da anni si contendono – anche a colpi di Tar – la coperta troppo corta sulla sponda est della Darsena Toscana. Eppure sembra proprio che l’accoppiata Luciano GuerrieriMatteo Paroli, avverti il vertice dell’Autorità di sistema portuale, ce l’abbia fatta. Martedì alle 12 il risultato di mesi di trattative, con la nuova pianificazione dell’aria più contesa del porto labronico verrà formalmente presentato a palazzo Rosciano. Ufficialmente si tratta ancora di un progetto: definito “di riorganizzazione ed ottimizzazione degli spazi”, punta a diventare esecutivo entro 90 giorni, cioè entro la fine di aprile. Se non ci saranno colpi di coda - ad oggi imprevisti - si potrà parlare di risultato storico.

E’ stato un lavoro di cesello e il presidente dell’AdSP Luciano Guerrieri era consapevole fin dal suo arrivo a palazzo Rosciano che sarebbe stato difficile ma anche determinante: sulle banchine della sponda est si sono scontrati terminasti, armatori, lavoratori portuali, cooperative, costieri. Anche alcune delle indicazioni del piano regolatore portuale si erano dimostrate inattuabili, come la destinazione alla radice della sponda est il terminal TCO da togliere dalla calata Orlando destinata al sospirato terminal crociere della Porto 2000. C’era dunque da ricollocarlo: e insieme da dare spazio alla Sintermar, diventata punto focale degli importanti e irrinunciabili traffici del gruppo Grimaldi; e poi al terminal Lorenzini, che continua a crescere sia sul multimediale che sugli approdi MSC per i container; e da sistemare anche le aree delle ex FS, con i piazzali della Paduletta monopolizzati dalle auto allo sbarco, eccetera. In tutto in un incrociarsi di scontri, di ricorsi al Tar, di pressioni e anche di minacce. Come avverrà riassetto che sembrava solo pochi mesi fa impossibile? A grandi linee è stato disegnato in unamappa presentata nella penultima riunione del comitato di gestione portuale, a gennaio. Chiave importante per il risultato è stato l’accordo per rilocalizzare il TCO non più sulla sponda est ma sul molo Italia, in condivisione - regolamentata - con la Cpl che s’è ricavata uno spazio compensativo fuori Paduletta. Lorenzini avrà anch’esso nuovi spazi: non quanti meriterebbero le proiezioni dei suoi traffici, specie con MSC ovvero il primo operatore al mondo dei container oggi socio del terminal; ma comunque in grado di migliorare le cose.

Anche Sintermar, che ha da tempo acquistato un’area privata sula quale c’erano state resistenze dell’AdSP, si vede riconosciuti diritti ed esigenze. I portuali stringono un po’ in Paduletta ma vengono compensati. Insomma, la coperta troppo corta a furia di stiracchiarla sembra pesca finalmente a coprire quasi tutti. In attesa della Darsena Europa, che consentirà alla fine (davvero entro il 2026 come promesso?) un riassetto definitivo del fondamentale porto dei roro e ropax.

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