BOLGHERI (Livorno)
Due tonnellate d’acqua (duemila litri) ogni dieci metri quadrati di terreno: tanto è piovuto in poche ore sui vigneti della Doc Bolgheri. Una quantità mai registrata prima. Si è temuto il disastro, invece tanta acqua non ha rovinato il vino, perché l’80% delle uve era stato già raccolto e perché, a parte i danni su quattro ettari di vigna dell’azienda Guado al Melo per l’esondazione di un fossato, il territorio ha tenuto.
"Ieri sera – racconta Leonardo Raspini (nella foto) esperto direttore della Tenuta Argentiera (153 ettari, di cui 75 vitati) – avevamo temuto danni rilevanti, non tanto per l’uva, ma proprio per i vigneti. Oggi, dopo aver svolto una serie di sopralluoghi, devo dire che il terreno ha tenuto bene, non ci sono stati problemi di allagamenti ed erosione e le viti stanno bene".
Ma ieri c’erano fiumi di acqua e fango dappertutto. Cosa è successo?
"Ci sono state quattro ondate temporalesche nel giro di poche ore, tutte molto forti. Abbiamo avuto oltre 200 millimetri di pioggia, un record. Le caratteristiche del terreno di Bolgheri e la cura che tutti noi produttori di vino mettiamo nel mantenimento delle fosse di scolo, hanno attutito gli effetti di un evento meteo che poteva essere davvero disastroso".
E le uve ancora in vigna come sono?
"Non abbiamo avuto grandine, ma la forza dell’acqua ha strappato egualmente qualche acino. Comunque sono uve cabernet molto resistenti. Ora faremo un trattamento di zolfo per evitare marciumi e nel giro di pochi giorni potremo racccogliere facendo naturalmente una attenta cernita. La vendemmia 2024 comunque era di fatto già quasi terminata, non solo nella nostra azienda, per cui questo evento meteo non influirà sulla qualità del vino, che si preannuncia molto buona".
Luca Filippi