Bocce-mania, che passione. (Non) è un gioco da ragazzi

Il circolo de La California protagonista con un progetto per i giovanissimi. E non solo

Bocce

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La California (Livorno), 4 settembre 2018 - Un gioco... da ragazzi. Contrariamente ai luoghi comuni, che vorrebbero l’antica e nobile arte del gioco delle bocce appannaggio del solo popolo di over 60. «Non è così – assicura Mauro Calamassi, presidente del circolo bocciofilo La California, nella provincia livornese – Dal 2013 abbiamo aperto le nostre porte anche ai ragazzi e ai bambini e dallo scorso anno abbiamo avviato un progetto con le scuole che ha portato nelle due corsie del nostro bocciodromo una sessantina di giovanissimi». Certo, la convivenza non è facile perché gli allenamenti «avvengono in modo rigorosamente distinto: gli ‘over’ non vogliono troppe distrazioni mentre i ragazzi si sa, fanno confusione – prosegue Calamassi – Il progetto didattico ha permesso anche ai bambini di avvicinarsi a questo sport, che può essere un passatempo oppure avere uno sbocco agonistico. Infatti, ci sono la serie A1, la A, la B e la C. Ma questo poco importa, perché i bambini vengono per divertirsi. Il più giovane iscritto ha 8 anni, mentre il più anziano ne ha 78».

Al circolo insomma si intrecciano tre generazioni, spesso i ragazzini arrivano accompagnando i nonni o magari i genitori.Ma le reazioni non sono sempre entusiastiche di fronte alla richiesta di iscriversi a bocce: «Questo luogo comune dello ‘sport per anziani’ lo sfateremo – aggiunge Calamassi – Basta pensare che al debutto del progetto scolastico, in collaborazione con il circolo didattico Cecina Mare Bibbona, che prevedeva allenamenti in orario di scuola due volte a settimana, abbiamo avuto un boom di adesioni: circa 60 giovani, da tre classi. E adesso si replica con il nuovo anno scolastico». Se gli allenamenti avvengono separatamente, lo stesso non si può dire delle gare. «Chi si iscrive, gioca – conclude – Quindi ai tornei è bellissimo vedere giovani e adulti che si battono insieme per vincere. Qui da noi vengono a giocare e ad allenarsi anche da Livorno, dove il bocciodromo non c’è. Certo, questo sport sconta l’etichetta di ‘attività per nonni in pensione’, è partito da lontano nei campi e nelle fattorie dove tutti creavano i campi da gioco. La mentalità è un po’ ferma, ma la federazione ha aggiornato le regole e ora si è modernizzata».