"Amo la vita in mare": l’entusiasmo e la sfida (vinta) della comandante Melani

Livornese, oggi sarà premiata con il “Capperuccio” dal Lions Club Porto Mediceo. E’ la prima donna italiana che ricopre questo ruolo su un grande natante per passeggeri

Serena Melani alla plancia di comando

Serena Melani alla plancia di comando

Livorno, 15 maggio 2023 – Oggi alle 11.45, nella Sala Cerimonie del Comune di Livorno, la comandante Serena Melani riceverà dalla presidente del Lions Club Livorno Porto Mediceo Marinna Marenna e dal sindaco Luca Salvetti, un’importante onorificenza: il “Premio Capperuccio”.

Serena Melani, prima donna italiana comandante di una nave passeggeri, 45 anni, si è diplomata all’Istituto Nautico Cappellini di Livorno.

Comandante Melani, come è nata in lei l’idea di diventare  comandante di navi passeggeri?

"Tra i miei sogni di bambina non c’erano né quello di navigare, né di arrivare al comando di una nave passeggeri. Però la vita raminga e nomade del navigante mi mi affascinava e cercavo una scuola inusuale rispetto a un liceo... per fare poi un lavoro speciale".

In famiglia?

"A parte mio padre che aveva intuito quasi subito, il resto della famiglia ha capito col tempo cosa significava per me intraprendere questo tipo di vita".

Gli studi al Nautico Cappellini di Livorno quali ricordi le hanno lasciato?

"Bellissimi. Prima di tutto perché hanno rappresentato un periodo della mia gioventù. All‘epoca eravamo massimo  dieci ragazze al Cappellini e devo dire c’era tra tutti noi un rapporto di grande cameratismo. Sapevo che sarebbe stata una strada tutta in salita, ma la sfida mi entusiasmava. Per raggiungere la vetta di una montagna devi necessariamente seguire il sentiero in salita e negli ultimi tratti può diventare molto accidentato e stretto, importante è"però godersi il viaggio".

È stata dura farsi spazio in un ambiente tutto al maschile...

"Ci sono dovuta venire a patti. Sono stata vista per anni come un outsider che avrebbe fatto questo lavoro solo temporaneamente. Poi una donna a bordo, e per molti anni l‘unica, rompe equilibri immutati da secoli".

Il suo primo incarico?

"Allieva Nautica sulle navi Ro Ro del gruppo Grimaldi durante le vacanze estive ai tempi del Nautico".

Ci sono aneddoti che le vengono in mente?

"All’inizio pensavano fossi la figlia di qualche ufficiale di bordo. Infatti era normale per il personale di terra arrivare a bordo e rivolgersi a tutti gli altri ufficiali, ma non a me".

Consiglierebbe a una ragazza di seguire la sua scia?

"Ora è molto più semplice. Ma bisogna ricordarsi che quello che si sceglie è una vita che impone scelte non tradizionali".

Quanto tempo passa in mare?

"Sei mesi l’anno".

E quando torna a terra che cosa fa?

"Mi tuffo in libreria: l’altra mia grande passione è leggere. Poi mi butto anche nel verde a camminare, perché amo la natura e mi sento a casa nei boschi e in montagna".

Cosa si porta di Livorno in navigazione?

"Il modo speciale di guardare alla vita, un po’ guascone e scanzonato".

Le è stato conferito il Capperuccio...

"È un onore ricevere un premio da una città come Livorno, non solo perché ci sono nata, ma perché senza Livorno alle mie spalle sarebbe stato più difficile guardare il mondo da un ponte di comando".

Monica Dolciotti