Bonus facciate, la guardia di finanza scopre 3,5 milioni di crediti d’imposta fittizi

L’indagine estesa a tutta la provincia di Livorno: nel mirino uno studio di consulenza fiscale e due società edili per lavori mai effettuati

Guardia di finanza

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Livorno, 1 giugno 2023 – Nel corso di un procedimento aperto dalla Procura della Repubblica di Livorno, la guardia di finanza ha eseguito un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del tribunale di Livorno per crediti fittizi per un ammontare complessivo di circa 3,5 milioni di euro. Le indagini hanno tratto le mosse da una mirata analisi di contesto, estesa a tutta la provincia, riguardante gli ingenti bonus fiscali nel settore edile, svolta dai finanzieri e coordinata dal Comando provinciale.

E’ così emersa quella che gli inquirenti ritengono fosse un’articolata rete criminale, ideata e gestita dal titolare di uno studio di consulenza fiscale con il diretto coinvolgimento di due società edili.

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Il meccanismo di frode sarebbe consistito nel generare, sulla base di comunicazioni presentate telematicamente all’Agenzia delle Entrate, fittizi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi, in realtà mai realizzati, rientranti nel regime applicativo dei cd. “Bonus facciate” ai sensi degli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020. Il tutto all’insaputa dei proprietari degli immobili oggetto di ristrutturazione edilizia che, pur risultando formalmente beneficiari delle agevolazioni fiscali, hanno negato di aver intrattenuto rapporti con gli indagati, nonché di aver eseguito interventi di manutenzione sui propri appartamenti.

Tra l’altro i lavori e i relativi costi, del tutto fittizi, risultano assolutamente incoerenti con la ridotta metratura degli appartamenti indicati nelle dichiarazioni inviate all’Agenzia delle Entrate; dichiarazioni che, tuttavia, hanno generato nei cassetti fiscali un imponente e illecito credito d’imposta, fortunatamente bloccato dai finanzieri poco prima che venisse “monetizzato”.

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Il reato per cui si procede, secondo le contestazioni della autorità giudiziaria labronica, è quello di truffa per aver generato solo cartolarmente – mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e invio telematico delle comunicazioni prescritte dagli artt. 119 e 121 del Decreto Legge nr. 34/2020 – crediti d’imposta fittizi, successivamente ceduti, per poi essere monetizzati, nel cassetto fiscale delle società edili.

Doveroso precisare che si tratta di indagini preliminari per cui le contestazioni di cui sopra dovranno poi essere verificate nel corso del giudizio.