Colpito in faccia dal carabiniere, interviene il sindaco: “E’ un’immagine molto brutta”. E c’è anche un esposto del Codacons

Le reazioni a Livorno. Salvetti: “Il militare è stato spostato a incarichi non operativi in attesa che la magistratura si esprima e questa mi sembra una scelta ineccepibile”. Potere al Popolo: “Ci aspettiamo una condanna unanime da tutte le forze politiche”

Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti (Foto Novi)

Il sindaco di Livorno, Luca Salvetti (Foto Novi)

Livorno, 25 maggio 2023 – «È un immagine molto brutta, l'Arma ha subito sottolineato che si tratta di un fatto grave e non il linea con il modus operandi che contraddistingue il lavoro importante dei carabinieri per garantire la legalità nella nostra città».

A dirlo è il sindaco di Livorno, Luca Salvetti, commentando l'episodio del calcio in faccia di un carabiniere a un 28enne nordafricano che era stato fermato dai militari in un intervento per rapina impropria.

«L'indagine e l'accertamento della dinamica dei fatti - ha giunto Salvetti - soprattutto quelli precedenti ai momenti filmati dai cittadini, ci forniranno il quadro definitivo per poter valutare al meglio. Il militare è stato spostato a incarichi non operativi in attesa che la magistratura si esprima e questa mi sembra una scelta ineccepibile».

Sul caso interviene il Codacons con un esposto alla Procura della Repubblica in cui chiede di indagare il militare coinvolto per i reati di percosse e lesioni personali. “Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un episodio vergognoso, del tutto indegno di un paese civile – spiega il presidente Carlo Rienzi – La brutalità con cui il carabiniere ha aggredito il ragazzo rappresenta un pericolo anche sul fronte sociale, perché le immagini che hanno fatto il giro del web rischiano di avere un enorme potere diseducativo, incentivando e spingendo i giovani alla violenza”. “Abbiamo deciso di presentare un esposto alla Procura di Livorno, chiedendo di indagare per i possibili reati di percosse e lesioni personali, e ovviamente il carabiniere responsabile del gesto dovrà non solo essere sospeso dal servizio, ma licenziato in tronco, avviando le dovute azioni risarcitorie considerati anche i danni di immagine subiti dall’Arma” – conclude Rienzi.

Sulla vicenda interviene anche Potere al Popolo. “Dopo il pestaggio di Milano da parte della polizia municipale ai danni di una donna trans anche a Livorno, nella nostra città i carabinieri intervengono prendendo a calci in faccia una persona immobilizzata – si legge in una nota del gruppo – . Aldrovandi, Cucchi, Marcello Lonzi, Maurizio Tortorici, i pestaggi e le morti nelle carceri durante la pandemia e nei Centri per il Rimpatrio. Sono alcuni dei nomi di una violenza di Stato che troppo spesso rimane impunita. Questo accade quando, in un paese dove la povertà è in aumento, si decide di affrontare la marginalità come un problema di ordine pubblico, dando mano libera e garantendo piena impunità a chi pensa di potere tutto solo perché veste una divisa. Non dimentichiamo le dichiarazioni di Salvini e Meloni contro il reato di tortura o il rifiuto di tutti i governi di destra, centrosinistra o grillini, di obbligare le forze dell'ordine ad avere i numeri identificativi sulla divisa. Ci aspettiamo una condanna unanime da parte di tutte le forze politiche – conclude Potere al Popolo – , a partire da quelle che oggi sono al Governo e che siedono anche sui banchi del nostro consiglio comunale.

Interviene anche Ilaria Cucchi, senatrice dell’Alleanza Verdi a Sinistra. «La stragrande maggioranza degli operatori delle forze dell'ordine non si comporta certo in questo modo. Questi episodi ne infangano le divise anche perché sono veramente troppi. Chiedo alla maggioranza se per caso anche qui lo sferrare un calcio in faccia ad una persona ferma a terra sia in qualche modo previsto dai manuali operativi degli agenti delle forze dell'ordine e quindi legittimo».

"Gli episodi di violenza documentati dalla stampa che hanno visto protagoniste le forze dell'ordine a Milano, e da ultimo a Livorno, sono una ferita innanzitutto per la stragrande maggioranza degli uomini e delle donne in divisa che operano in maniera corretta e a cui va tutta la nostra gratitudine". Così in una nota Alessandra Maiorino, vicepresidente dei senatori del M5S.

"È chiaro - osserva ancora Maiorino - che quando emergono casi specifici di tale gravità gli autori devono assumersi le proprie responsabilità. Simili comportamenti non sono tollerabili perché calpestano lo Stato di diritto e offendono la divisa e i valori di chi ogni giorno è al servizio della sicurezza degli italiani. Per questo presenterò una interrogazione parlamentare su tali vicende, affiancata a un disegno di legge per l'introduzione dei numeri identificativi per le forze dell'ordine. Quest`ultima misura è necessaria per meglio tutelare gli agenti che operano correttamente e nel rispetto del proprio mandato e risalire più agevolmente agli autori di eventuali comportamenti scorretti". 

«L'Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC) condanna ogni aggressione, sia essa gratuita che giustificata dagli avvenimenti. Per questo motivo si rivolge a tutto il personale in uniforme con la raccomandazione di operare con saggezza e serenità, al fine di evitare conseguenze spiacevoli per il proprio futuro». Lo dichiara, in una nota, Antonio, Tarallo, segretario nazionale dell'Unione Sindacale Italiana Carabinieri.

«Nel caso di Livorno – aggiunge – , l'Arma ha subito trasferito il collega per il solo fatto di doversi giustificare sull'accaduto. Ma le reali responsabilità vanno ricercate nelle condizioni con cui si pretende il lavoro dai carabinieri. Abbandonati a loro stessi da dirigenti il cui obiettivo è la carriera. Abbandonati alla loro iniziativa a tutela della sicurezza pubblica e senza attrezzature idonee. Ai moralisti e alla politica chiediamo se hanno minimamente contezza delle difficoltà con cui si chiede ad un carabiniere di operare. Due contro tutti, anche contro la stessa scala gerarchica che li abbandona e condanna al primo accadimento. Il carabiniere deve essere responsabile delle proprie azioni se messo nelle condizioni di esserlo, altrimenti i veri responsabili sono altri. Per questo e fin quando non ci saranno adeguati equipaggiamenti e corsi di formazione, noi diciamo ai carabinieri che l'azione sbagliata seppur a volte necessaria deve assolutamente essere evitata al fine della tutela personale».