Darsena Europa, il cantiere c’è

Livorno, tutto pronto in attesa della Via dal ministero. Ma l’opera da 450 milioni cambierà il porto

Darsena Europa, come doveva essere, come (forse) sarà e in che tempi. Alla vigilia di Capodanno, la visita dei politici capitanata dal governatore della Toscana Eugenio Giani s’è configurata di fatto in una specie di “prima pietra” sublimale. Tempistica di dubbio gusto, quella scelta da Giani: tanto che alcuni Vip sono mancati e l’orario è stato cambiato tre volte con crescente nervosismo davanti al palazzo Rosciano. Dove poi Giani non s’è fatto vedere, forse anche perché infastidito da un polemico striscione sui Fossi relativo a Piombino: “Giani, nessun rispetto per le prescrizioni, le solite menzogne sulla compensazioni. No al rigassificatore”. Trasferiti in ritardo (con mugugno) fotografi e cronisti al Calambrone, qui - presenti anche il sindaco Luca Salvetti e l’assessore al porto Barbara Bonciani- il governatore Eugenio Giani, il commissario ad acta per l’opera Luciano Guerrieri, il vice commissario Roberta Macii, il segretario generale Matteo Paroli,e il tecnico Enrico Pribaz hanno illustrato in corpore viri il crono-programma per il sospirato e tante volte rinviato avvio dei lavori. Per ora dobbiamo accontentarci del programma e della visita al luogo dove sorgerà il cantiere perché tutto è fermo in attesa che il ministero conceda la Via (valutazione impatto ambientale). Con Giani in posa davanti a una ruspa. La Regione e l’Autorità di Sistema Portuale possono però vantare di aver portato avanti con incrollabile pazienza una massa di pratiche burocratiche da sfinire. Con una continua revisione dei progetti, dovuta sia al lievitare dei costi, sia alle prescrizioni, sia alle cozze “pazze” (errore di livelli d’inquinamento che ha fatto perdere mesi) sia alla necessità di creare un’altra vasca di colmata perché le sabbie d’escavo non vanno bene per rifinire le spiagge. L’opera del resto è colossale, almeno per le dimensioni livornesi. L’importo dei lavori è di 450 milioni, di cui oltre 200 finanziati dalla Regione già un paio d’anni fa. Saranno dragati 16 milioni di metri cubi di sedimenti, per fondali interni a 16 metri con possibilità di arrivare a 20 metri: nel primo caso opererebbero le portacontenitori neo-Panamax, nel secondo anche le prossimofuture. Le aree derivati dalle vasche di colmata saranno intorno a 130 ettari, servite da ferrovia e da viabilità veloce. Come è già stato scritto più volte, è stato rivisto il disegno del lato nord per aggiungere un’altra vasca di colmata destinata ai sedimenti che sembrava potessero ripascere le spiagge. A breve comminerà anche la bonifica delle aree di mare interessate per eliminare gli ordigni residuati dalla guerra mondiale. Intanto, VIA permettendo, si partirà con il consolidamento delle vasche- in un settore sperimentale- e poi con le opere foranee di protezione. Sui tempi si è glissato. Siamo in forte ritardo, ma si spera di poter finalmente accelerare. Ce la faranno i nostri eroi entro il 2026 come promesso?