Golar Tundra svelata. E’ il gigante del mare che ci rende autonomi: "L’energia nasce qui"

Il nostro viaggio nella supernave di Snam ormeggiata alla banchina Est. L’ad Ruggeri: "Finora abbiamo trattato due miliardi di metri cubi di metano. Prima della guerra in Ucraina ne importavamo 30 miliardi dalla Russia"

Piombino (Livorno), 11 aprile 2024 - Siamo saliti a bordo della Golar Tundra. Un gigante. Da vicino la nave mostra tutta la sua imponenza: lunga 293 metri, larga 43 e alta 55, come un palazzo di 18 piani. Dal ponte di comando i traghetti che si vedono arrivare in porto sembrano piccoli come motoscafi.

La nave è difesa come Fort Knox. Ci sono due check point e un reticolato doppio con filo spinato, telecamere e sensori su tutta la recinzione, oltre a un servizio di vigilanza privata e un pattugliamento più discreto, ma attivo, di forze dell’ordine a terra e Guardia Costiera e Finanza in mare. E’ necessario evitare anche intrusioni accidentali di persone che, in modo anche inconsapevole, potrebbero avvicinarsi a un’area dove comunque devono essere osservate norme di sicurezza ferree per prevenire incidenti.

A bordo scopriamo che la nave è stata costruita (nel 2015) in Corea del Sud dalla divisione industria pesante della Samsung, la stessa società che fa anche i telefonini e che ha chiaramente utilizzato tutte le sue conoscenze per realizzare gli impianti elettronici di bordo e i sistemi di controllo.

Salendo la scala esterna, che porta sul primo ponte, colpisce l’assenza di odori e la bassa rumorosità dei macchinari, nonostante il rigassificatore sia in piena funzione per trasformare in gas metano il Gnl appena arrivato dal Congo. Il processo è prodigioso perché da un metro cubo di Gnl si ricavano 600 metri cubi di metano. E un carico medio di una nave che rifornisce la Golar Tundra, porta a immettere nella rete nazionale del gas 100 milioni di metri cubi.

"Finora – spiega Elio Ruggeri, amministratore delegato delle divisione Frsu (rigassificatori galleggianti) di Snam – a Piombino sono arrivate 22 navi per circa due miliardi di metri cubi di metano".

Nel febbraio 2022 con l’invasione russa in Ucraina tutti i Paesi europei hanno cercato di limitare la dipendenza dal gas russo attraverso i rigassificatori. "Nel 2021 – ricorda Ruggeri – importavamo 30 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, ora siamo praticamente a zero, grazie anche ai rigassificatori che ci consentonoi di diversificare le fonti. Il gas che stiamo lavorando ora proviene dal Congo dove Eni ha un impianto di liquefazione, ma abbiamo navi che arrivano dagli Stati Uniti, dall’Egitto, dall’Algeria e dal Qatar. Questo ha vantaggi da un punto di vista strategico ed economico. E presto avremo anche un nuovo rigassificatore davanti a Ravenna".

"Da un punto di vista tecnico – chiarisce Filippo Belloni (Snam), responsabile della manutenzione ed esercizio dell’impianto – grazie all’acqua del mare che qui è sempre a una temperatura relativamente alta, non abbiamo la necessità di riscaldare nulla e possiamo gestire senza consumo di energia il processo di rigassificazione (il Gnl è a -160 gradi) attraverso gli scambiatori di calore. E’ un impianto che in questo senso non ha emissioni. Anche l’energia per i servizi di bordo deriva da motori a gas che hanno un impatto molto basso e inferiore a tutte le navi tradizionali a gasolio".

Snam, seguendo le prescrizioni stabilite dall’autorizzazione, investe ogni anno per il monitoraggio ambientale. "Ci sono centraline e campionamenti di soggetti terzi – spiega Ruggeri – per il controllo di emissioni, investiamo una cifra intorno ai 5-6 milioni all’anno. I risultati sono in linea con le nostre previsioni, nessun problema a livello di inquinamento dell’aria e del mare, molte volte qui sono stati visti i delfini all’imboccatura del porto. Dopo un anno dall’arrivo della Golar Tundra possiamo dire che non ci sono mai state interferenze con il traffico traghetti e portuale, anche la società Pim che opera sulla banchina vicina può continuare a lavorare".

Ma se tutto va bene e per Piombino la Golar Tundra porta un indotto relativo a varie forniture e servizi di 20 milioni all’anno, è possibile che ci sia un ripensamento sul fatto di spostare la nave in Liguria nel 2026? "Noi stiamo a quanto è stato deciso dalle istituzioni – risponde Ruggeri – c’è un percorso stabilito, c’è una procedura autorizzativa per la Liguria e lavoriamo per progettare lo spostamento".

Chi invece ammette candidamente di stare molto bene in porto, dopo tanti anni passati in navigazione, è il comandante della nave Predrag Begonja, croato di Fiume, che insieme al suo equipaggio è comunque pronto a qualsiasi evenienza ed è abituato a solcare gli oceani. Da un punto di vista tecnico gestire un rigassificatore ormeggiato in porto è chiaramente più semplice perché si è sempre al riparo dal moto ondoso. In Germania su sei rigassificatori galleggianti solo uno è off-shore, gli altri sono ormeggiati nei porti. Se dal luglio 2026 la Golar Tundra non sarà più a Piombino comunque resterà la condotta di otto chilometri dalla centralina di Vignarca (dorsale nazionale) al porto. Ma per ora sulla Golar Tundra si pensa alla prossima gasiera che arriverà il 12 aprile per riempire i 4 serbatoi (in totale 170mila metri cubi) di gas naturale liquefatto che sarà trasformato in oltre 100 milioni di metri cubi di metano.