“Livorno è l’unico capoluogo toscano in cui i rifiuti aumentano”

L’intervento di Rifiuti Zero: “Incapacità totale nel gestire la raccolta. Feste e concerti invece degli investimenti”

L'inceneritore di Livorno (Foto Novi)

L'inceneritore di Livorno (Foto Novi)

Livorno, 3 maggio 2023 – Questa settimana verrà celebrata a Livorno la "Festa del riuso": dal 5 al 7 maggio dibattiti, laboratori e spettacoli sul tema della sostenibilità al Centro del Riuso creativo “Evviva” in via Cattaneo 81 (ingresso gratuito).

L’iniziativa offre lo spunto al comitato Rifiuti Zero Livorno per andare ancora una volta all’attacco. “Cosa c'è da festeggiare?”, si chiede l’associazione.

Che prosegue. "Secondo i dati ufficiali Ispra-Ministero dell'ambiente, Livorno è l'unico capoluogo in Toscana in cui negli ultimi anni la produzione annua di rifiuti indifferenziati per abitante è aumentata: quasi 26 kg in più. Negli altri 9 capoluoghi c'è stata invece una diminuzione: si va dai pochi kg di differenza a Lucca e Prato (che avevano già investito nella raccolta differenziata fino a superare rispettivamente l'80% e il 72%) ai 133 e 200 kg in meno all'anno per abitante rispettivamente di Siena e Massa, che hanno finalmente iniziato la loro corsa alla gestione virtuosa dei rifiuti”.

"In mezzo – prosegue Rifiuti Zero - tutti gli altri capoluoghi, che anche durante il biennio della pandemia hanno accresciuto o mantenuto stabili le loro percentuali di raccolta differenziata. Pisa per esempio, che adotta un sistema di raccolta simile a quello livornese, è riuscita a diminuire la produzione di rifiuti indifferenziati di quasi 34 kg all'anno per abitante in soli due anni”.

"Livorno ha fatto il contrario – aggiunge il comitato –: dall'insediamento dell'attuale amministrazione comunale e degli attuali vertici Aamps, Livorno produce quasi 26 kg di rifiuti indifferenziati in più all'anno per abitante. Questo almeno è il dato a fine 2021, quando la raccolta differenziata era calata dal 68% al 65%. Non osiamo immaginare a che punto sia arrivata la città alla fine del 2022, quando la percentuale di raccolta differenziata è scesa ancora, addirittura fino al 61%”. 

"Questi dati sconvolgenti, che ovviamente rappresentano un enorme danno alle casse pubbliche, visto che lo smaltimento dell'indifferenziata è un costo mentre il riciclo della differenziata è un ricavo, possono essere spiegati solo in due modi: - l'incapacità totale dell'amministrazione comunale e dei vertici Aamps nel gestire la raccolta dei rifiuti, che dovrebbe portare alle dimissioni immediate dei responsabili, in attesa che la Guardia di Finanza concluda le indagini di cui i mass-media hanno dato notizia la scorsa settimana; - oppure il sabotaggio doloso, da parte di un sistema di interessi dentro e fuori l'azienda Aamps, della raccolta differenziata e delle politiche di riduzione dei rifiuti, che dovrebbe comunque portare alle dimissioni di chi non è stato capace di contrastare tali comportamenti”.

"Ma invece delle dimissioni – conclude Rifiuti Zero – abbiamo le feste e i concerti. Invece di investimenti sulla tariffa puntuale (introdotta solo in qualche strada periferica), sulle isole ecologiche e su una raccolta porta-a-porta davvero efficiente e concordata con i cittadini, si spendono quattrini per feste, incontri e manifesti colorati, tutto fumo che non riesce più a incantare nessuno”.