Livorno, mercato deludente e frattura netta tra Spinelli e la città

La società amaranto condannata alla retrocessione da scelte fallimentari

Il presidente Aldo Spinelli

Il presidente Aldo Spinelli

Livorno, 1 febbraio 2020 - Così è davvero troppo. Il Livorno ha chiuso il mercato indebolendo notevolmente la propria rosa, cedendo due difensori importanti, e per giunta livornesi, in barba alla promessa di 4-5 arrivi di alto livello per risalire e dare la caccia alla salvezza. Le promesse del presidente Aldo Spinelli non sono state mantenute, non è arrivato nessun giocatore che possa dare una svolta alla squadra, almeno sulla carta. Perché? Non regge la scusa “nessuno voleva venire”: evidentemente non è stato fatto abbastanza per trovare le persone giuste. E così, a mercato finito, la sensazione è che le chance di salvezza degli amaranto si siano azzerate completamente. Non che fossero molte, per carità, visto che la frittata è stata fatta in estate. Ma un minimo di speranza, con gli innesti adeguati (leggasi un bomber vero, un centrocampista dai piedi buoni, un esterno destro e probabilmente un portiere), poteva comunque esserci. Non solo non è arrivato niente di tutto questo, ma la retroguardia, già abbastanza ballerina, è stata pure indebolita con la cessione di due dei suoi elementi migliori, nonostante non abbiano avuto il giusto spazio finora. Insomma, al peggio non c’è mai fine. Vedremo adesso se Tramezzani, che non è stato accontentato praticamente in niente, avrà il coraggio di rassegnare le dimissioni o quanto meno si lascerà andare a dichiarazioni forti su un mercato deludente. Ma quelle che non sono andate veramente giù ai tifosi amaranto sono le dichiarazioni del presidente Aldo Spinelli in diretta tv dal calciomercato. Il patron ha parlato di salvezza nonostante il divario enorme dalle squadre che precedono il Livorno; ha parlato di serie A da riconquistare in tre anni (ci piacerebbe sapere come, visto che la programmazione non è mai stata il fiore all’occhiello di questa società); e ha parlato soprattutto di una piazza che prima del suo avvento nel ’99 viveva solo di basket (forse non sa che al ritorno in C2, mica Champions League, c’erano 20.000 persone allo stadio contro il Viareggio). Affermazioni che non sono piaciute a nessuno, nemmeno a chi fino ad ora lo ha sempre sostenuto a prescindere da tutto. Segnali evidenti che ormai non c’è più feeling tra il presidente Spinelli e la città. C’è anche chi chiede un intervento diretto del sindaco Luca Salvetti per spingere la proprietà a cedere la società, dimenticando però che il primo cittadino può fare poco se non mettere in contatto eventuali persone interessate con la famiglia Spinelli. Sembra dunque di essere giunti in fondo al baratro, al punto di non ritorno. Ora più che mai la piazza chiede un cambio di proprietà, per ridare slancio alla passione di una tifoseria che è andata scemando non perché non sia attaccata ai propri colori, ma perché le gestioni degli ultimi anni hanno portato a questa condizione di palese contrasto. E di certo le cessioni di altri due livornesi non hanno fatto altro che aggravare questa situazione. Ci mancherebbe solo che non arrivasse la riconferma del capitano Andrea Luci (cosa assai più che probabile), ultimo baluardo della livornesità in questa squadra, per completare il quadro. Ci auguriamo vivamente di essere smentiti dai fatti, ma le sensazioni non portano a niente di buono. Né per l’oggi, né per il domani. Igor Vanni