Uscire allo scoperto primo passo per star meglio: “Sono malato di Parkinson”

La testimonianza di Diego Vanni: "È stata una doccia fredda, è innegabile, ma dopo lo choc della diagnosi ho deciso di non nascondermi perché amo la vita"

Diego Vanni, oggi 38 enne, giornalista, laureato in giurisprudenza

Diego Vanni, oggi 38 enne, giornalista, laureato in giurisprudenza

Collesalvetti (Livorno), 26 novembre 2023 – Una storia di coraggio e voglia di non farsi sopraffare da ’mister P’, la malattia di Parkinson, come l’ha ribattezzata lui agli inizi, per esorcizzare "l’ospite indesiderato", che gli è stato diagnosticato all’età di 35 anni. A raccontarla è il protagonista Diego Vanni, oggi 38 enne, giornalista, laureato in giurisprudenza, iscrittosi da poco al corso di laurea in teologia all’Università di Pisa, amante del nuoto libero, scrittore, fautore del "pensiero positivo" quale ulteriore percorso terapeutico per combattere ’Mister P’.

È stata una doccia fredda la dignosi così precoce del Parkinson...

"Così fredda che per lungo tempo ho chiamato l’ospite indesiderato ’mister P’. I primi sintomi risalgono all’estate del 2020. Ero in un parco acquatico con amici. Andai allo stipetto a prendere degli oggetti e mi accorsi che i miei movimenti erano innaturalmente rallentati, come se qualcuno mi trattenesse un braccio. Dopo un mese sono caduto con lo scooter urtando la parte sinistra del mio corpo, quella poi risultata compromessa dal Parkinson. Lasciai correre anche quella volta, ma inconsciamente sapevo che qualcosa non andava. Nel gennaio 2021, in piena pandemia, finii in ospedale per le ustioni che mi provocai con l’acqua bollente che misi nella borsa termica per riscaldarmi a gasa. La gomma della borsa si fuse e mi ustionai. In ospedale il tremore prese il sopravvento. Allora mi convinsi di parlarne con il medico".

Iniziò dunque gli accertamenti.

"Visita neurologica, risonanza all’encefalo e scintigrafia cerebrale. La risonanza non diede risultati negativi, la sentenza inappellabile arrivò con la scintigrafia. Il responso lo presi l’11 marzo 2021, il giorno prima del mio compleanno... Poi andai all’Ospedale Santa Chiara di Pisa, centro di riferimento regionale per il Parkinson. Lì lo specialista dopo avere studiato la mia cartella mi disse che purtroppo era ’mister P’. Ho iniziato così la terapia dopaminergica dalla quale ho tratto certo beneficio".

In famiglia?

"Prima degli accertamenti e della diagnosi tendevo a nascondere i miei sintomi, anche se il tremore e i movimenti rallentati non erano facilmente mascherabili. Ovviamente i miei familiari mi hanno esortato a farmi visitare, ma io non volevo saperne all’inizio...".

Svelata la terribile realtà ha preso il toro per le corna come si suol dire.

"A quel punto è scattato in me un meccanismo positivo: saputo dell’ospite indesiderato ho deciso che io avrei diretto il gioco. Così è stato: prima di tutto ho fatto coming out raccontando pubblicamente, come sto facendo ora con ’La Nazione’, la mia condizione perché non c’è nulla da nascondere. Invito chiunque sia nella mia situazione a fare lo stesso".

Sui social?

"Certo, anche sul mio profilo facebook. Il 6 novembre ho scritto che ho la malattia di Parkinson. Tanti di voi avranno notato i sintomi, per cui ha poco senso nascondere ciò per cui non c’è nessuna ragione di nascondere. Il mio entusiasmo e la mia passione per la vita non sono calati di un milligrammo. Amo la vita come prima, anzi ancora di più. Non ho perso il sorriso. Non vi vergognate delle vostre malattie e debolezze".