CARLO BARONI
Cronaca

La gelosia ossessiva e le minacce, marito condannato a due anni e quattro mesi

Non consentiva alla moglie di salutare gente e talvolta di andare al lavoro. La sentenza con rito abbreviato

Tribunale in una foto di repertorio

Tribunale in una foto di repertorio

Livorno, 12 settembre 2023 – Dalla gelosia corrosiva al rancore più esasperato. C’è una sequenza di messaggi – che il giudice del tribunale richiama in sentenza – a fare da copione a una storia d’amore diventata un calvario e finita in tribunale.

Lui, 50enne di Livorno, riempiva la moglie – secondo l’accusa – di offese continue, le impediva di uscire per andare al lavoro se riteneva che non fosse vestita in modo consono. Annientata: lei – si apprende – non poteva salutare gente per strada o avere frequentazioni di amicizie, neppure femminili.

Le impediva di truccarsi e, quando era fuori casa la tempestava ossessivamente di messaggi. Ma non solo, pretendeva che lei provvedesse alla propria igiene intima solo prima di avere rapporti sessuali con lui.

E quando la donna (assistita nel processo dall’avvocato Francesco Tantussi di Pontedera) iniziò a perdere peso per ragioni di salute – migliorando il suo aspetto fisico – le ossessioni dell’uomo aumentarono, spinte dal timore che altri uomini si potessero interessare di lei.

La separazione arriva nel 2020. Ma anche la querela di lei e le indagini che sono finite al centro di un processo per maltrattamenti in famiglia, violazione di domicilio (non avendo mai restituito le chiavi di casa dove si presentata contro la volontà della donna) e violazione degli obblighi di assistenza familiare perché non pagava il mantenimento per la donna e per la figlia.

La separazione – si legge nella sentenza – "se allontanò fisicamente i due coniugi, non interruppe le vessazioni". In particolare, per il reato di maltrattamenti, il giudice – che ha condannato il 50enne, all’esito del rito abbreviato, a 2 anni e 4 mesi di reclusione – rileva che convergono tutti gli elementi di prova: per almeno un ventennio ha sottoposto la donna a sistematici atti di violenza fisica e morale, fiaccandone le capacità di reazione fino quasi ad annullarle del tutto.