MICHELE BRANCALE
Cronaca

Nubifragio. La solidarietà dei vescovi toscani

A Montenero il 5 ottobre

Maltempo, caos a Montenero (Livorno)

Maltempo, caos a Montenero (Livorno)

Livorno, 21 settembre 2017 - Tra le osservazioni di Papa Francesco che sono diventate parte del linguaggio corale vi è quella sull' l'umanità non sta vivendo un'epoca di cambiamento ma un cambiamento d'epoca. Di questo cambiamento è parte non trascurabile la “salvaguardia del creato” e la domanda se il cambiamento d'epoca significherà un passo irreversibile verso il peggioramento climatico o viceversa se si possono orientare, come in generale si dice di volere, le azioni di Stati, popoli e privati per tornare indietro ed evitare conseguenze terribili. Il tema è stato al centro dell'incontro dei vescovi toscani che si sono riuniti lunedì a Pistoia.

La loro vicinanza a Livorno prenderà “forma visibile” nel pellegrinaggio a Montenero del prossimo 5 ottobre, in occasione della Giornata regionale del Clero, e all'indomani della festa di Francesco d'Assisi, il santo che ha prefigurato nella sua vita la sensibilità di cui c'è bisogno anche verso il “creato” e le sue “creature”. “Gli eventi tragici – hanno scritto i vescovi - mostrano quanto sia importante la custodia del creato, non solo proclamata ma anche messa in pratica attraverso una cura del territorio che deve vedere tutti coinvolti. In alcune zone della Toscana, in particolare, lo spopolamento e l'abbandono dei territori aumenta il rischio idrogeologico”. Dai vescovi anche un richiamo “a vigilare perché tutti i soggetti - pubbliche amministrazioni, associazioni di volontariato, cittadini - collaborino fattivamente”. A questo riguardo è stata espressa gratitudine alla Cei per il contributo di un milione di euro stanziato a favore della popolazione livornese, alle Caritas della Toscana che si sono impegnate per far arrivare aiuti e beni di prima necessità, come anche al personale della Protezione Civile e ai tanti volontari che si sono impegnati per aiutare Livorno a risollevarsi: i giovani, in particolare, “hanno mostrato grande disponibilità, dimostrando come il mondo giovanile spesso destinatario di pregiudizi negativi e lamentele, nelle circostanze più dure sa esprimere gesti di generosità e buona volontà”.

Anche la Comunità di Sant'Egidio insieme a molte altri realtà in città e con gli studenti della scuola di italiano, tra cui tanti ragazzi richiedenti asilo, amici e molte altre persone, si è mobilitata per portare aiuto e fare coraggio alle persone colpite, liberare dal fango le case, spostare arbusti e recinzioni crollate o franate, pulire e cercare di recuperare la mobilia, ma soprattutto, parlare e stare vicino, portare calore e sostegno, in particolare agli anziani. Michele Brancale