Piombino, abbattuto l’altoforno. Si chiude la prima era dell’acciaio

Decretata la fine del gigante della siderurgia che per più di trent’anni ha scandito la vita della città

PIOMBINO (Livorno)

Giornata storica per Piombino. Alla fine il gigante è crollato. Ha resistito per 24 ore al primo tentativo di demolizione, come se fosse una creatura viva, poi il taglio delle travi portanti della struttura e i cavi di trazione, ieri alle 13.15, hanno fatto il loro dovere e il castello di metallo, cuore pulsante delle Acciaierie per più di trent’anni. è venuto giù fragorosamente. Una sequenza vissuta con commozione da centinaia di piombinesi. Non solo lavoratori ed ex lavoratori della fabbrica, ma tutta la città, legata a una storia industriale indelebile. Poi, razionalmente, dopo 10 anni di inattività e un nuovo progetto di forno elettrico e acciaierie green a basse emissioni, tutti si rendono conto che la scelta era in qualche modo inevitabile. Mantenere in piedi l’impianto avrebbe comportato costi di manutenzione per la sicurezza elevati e insostenibili. Ma l’emozione è forte.

"Oggi finisce un’era – commenta il sindaco Francesco Ferrari – sono convinto, però, che se ne apra una nuova fatta di diversificazione economica, e quindi occupazione, industria all’avanguardia, tutela ambientale e della salute dei cittadini. L’Afo4 era un simbolo, si, ma la giornata di oggi, la sua demolizione, è il simbolo della Piombino che cambia" .

La ditta F&R-Demiced, responsabile delle demolizioni nell’area dell’ex area a caldo, è quindi riuscita a portare a termine la missione, anche se serviranno ancora altri interventi per completare lo smantellamento dell’impianto e la bonifica. I sindacati ricordano che cosa ha rappresentato l’altoforno.

"L’Afo, il cuore della fabbrica, ciò che ha reso forte economicamente il nostro comprensorio – spiega Lorenzo Fusco segretario Uilm – e dato lavoro ad intere generazioni, è stato spento 10 anni fa. E io ero lì, quel giorno, senza riuscire a trattenere le lacrime. Adesso stanno solo terminando un lavoro iniziato anni fa e come sempre quel gigante ha cercato di resistere e di sopravvivere un minuto di più, a breve resterà di lui solo un ricordo che svanirà nel tempo".

Lorenzo Fusco, segretario provinciale Uilm aggiunge: "Molti scrivono sperando che si apra una nuova pagina a Piombino, stanno spendendo tutti molte parole. Ma oltre a sperarlo, non ho la sensazione che in questi 10 anni tutti abbiano fatto la loro parte, altrimenti non saremmo in una situazione di crisi come questa". Perché oggi, con il crollo dell’ultimo pezzo dell’area a caldo viene sancita la fine di un’era, mentre il nuovo polo siderurgico è ancora sulla carta, nonostante il progetto promettente, da due milioni di euro, di Metinvest-Danieli per il quale c’è un accordo firmato al ministero, ma che deve ancora decollare concretamente con la nuova acciaieria. E Piombino, senza il gigante di ferro che dominava lo skyline della città, avverte un senso di smarrimento. E’ finita un’era, ma il mondo nuovo non è ancora iniziato.

Maila Papi