Piombino, c’è l’alert dei sindacati: "Il treno rotaie si ferma ancora"

La richiesta: "E’ necessario salvaguardare l’impianto in questa fase di transizione, i tavoli sono impellenti"

Piombino, c’è  l’alert dei sindacati: "Il treno rotaie si ferma ancora"

Piombino, c’è l’alert dei sindacati: "Il treno rotaie si ferma ancora"

PIOMBINO (Livorno)

Mentre il ministro delle Imprese Adolfo Urso parla di ’modello Piombino’ negli incontri istituzionali (anche ieri a Verona) per sottolineare l’esito positivo dei memorandum per i nuovi investimenti da parte di Metinvest-Danieli e Jsw, a Piombino, in fabbrica, i sindacati lanciano l’allarme per i vecchi impianti che garantiscono la produzione residua in attesa delle nuove linee con macchinari e sistemi all’avanguardia.

Un momento delicato per i lavoratori, che da una parte vedono aprirsi nuove prospettive date dai progetti di rilancio del polo siderurgico, ma dall’altro devono fare i conti con una realtà quotidiana che preoccupa.

E’ di nuovo fermo infatti il ’treno rotaie’, vale a dire il laminatoio che trasforma il semiprodotto in rotaie da utilizzare sulle linee ferroviarie e che per questo ha un grande forno capace di riscaldare il metallo in modo da poter essere lavorato e dargli la forma giusta. L’impianto che produce rotaie nello stabilimento Jsw di Piombino, l’unico impianto a funzionare, da oggi si fermerà e con esso l’intero stabilimento. Il problema è che questo tipo di linee non sono fatte per lo stop and go, hanno bisogno di lavorare con continuità.

"Per l’incapacità del management indiano si rischia di far collassare l’impianto" afferma Lorenzo Fusco segretario provinciale Uilm che sollecita il Governo a convocare le organizzazioni sindacali ai tavoli romani per la sottoscrizione degli accordi di programma.

"Da oggi – dice Fusco – si ferma di nuovo il treno rotaie per dieci giorni e poi sembra che ci sia una nuova fermata ad aprile. Non si può gestire questo impianto come se fosse un negozio in cui si alza e abbassa la serranda. Il management indiano, come ho detto direttamente a Roma a Sajjan Jindal, non è in grado di gestire al meglio lo stabilimento piombinese. Anche per questo i tavoli sono impellenti ed urgenti". Fusco ha ricordato che il forno del treno laminazione del treno rotaie "con il il forno dotato di refrattario, spento e riacceso a brevi intervalli, rischia di essere danneggiato irreparabilmente. Soprattutto se si considera che su dell’impianto Jindal non ha speso quasi nulla in termini di manutenzione, e niente ha speso per il magazzino. Ricordo che si tratta dell’unico impianto per la realizzazione di rotaie in Italia. Il management sbaglia addirittura negli acquisti alla casa madre in India. Questo comportamento ha risvolti negativi anche per i lavoratori, che devono andare in cassa integrazione per queste fermate. Per questo chiediamo di accelerare sui tavoli e soprattutto niente proroghe, e nessun rinvio rispetto a quanto ha detto il ministro Adolfo Urso nel suo incontro a Piombino. Il ministro ha previsto un tempo di 120 giorni per l’accordo di programma e questi devono rimanere. Bisogna accelerare sui tavoli".

Da parte del sindacato, si sottolinea, non c’è alcuna vena polemica, ma solo la necessità di salvaguardare impianti e lavoratori in questa fase delicata di transizione e di accelerare sui progetti in modo da iniziare al più presto i lavori per il nuovo forno elettrico Metinvest-Danieli e la riqualificazione Jsw. Dirigenti e tecnici Metinvest erano a Piombino in occasione della visita del ministro Urso e l’ad di Metinvest Yuriy Ryzhenkov ieri era a Verona in un evento Confindustria con il ministro Urs in cui hanno parlato anche di Piombino.

"A Piombino puntiamo a una produzione di 2,5-2,7 milioni di tonnellate annue di nastri d’acciaio. E’ uno dei materiali che l’Italia importa molto dall’estero, costruire un nuovo impianto può rafforzare la posizione strategica di Italia e Unione europea. Abbiamo guardato a diverse opzioni e Piombino sembra la più positiva". Così il Ceo di Metinvest Yuriy Ryzhenkov parlando con la stampa a margine del B7 di Confindustria Verona. E il ceo di Metinvest, parlando con i giornalisti, ha detto che, dopo l’investimento di Piombino, il gruppo ucraino "sarebbe felice di valutare" il dossier dell’ex Ilva di Taranto una volta concluso il lavoro dei commissari.

Maila Papi