Livorno, 3 marzo 2024 – La «Livorno del 2030», secondo il Pd. La scritta è incisa in stampatello in basso a destra di ogni locandina sparsa, affissa, distribuita in tutti gli angoli del Terminal Crociere. La casa dei dem livornesi per 48 ore. La grafica centrale recita "L’impegno per la comunità con lo sguardo al futuro". Futuro, 2030. Si è proiettato qui lo sguardo del Partito Democratico nella prima vera conferenza programmatica a meno di quattro mesi dalle elezioni. Del resto il segretario Mirabelli a La Nazione lo aveva anticipato: "Da qui uscirà l’ossatura che caratterizza la proposta politica del Pd alle amministrative di giugno: persone, futuro, cura della città". E così ieri è stato. Quattro panel negli angoli del salone, bandiere con l’Ulivo ogni mezzo metro e sedute in plastica da riempire. Lavoro, politiche educative, casa e sociale, turismo, innovazione, coesione sociale e sicurezza, ecologia e sanità, le dosi di calcio identitarie nelle ossa di un partito che ambisce a rimanere di maggioranza in città alla fine di giugno. Su ogni tavolo, tre microfoni per il dirigente di partito, per l’assessore comunale e per quello regionale. Sì, perché per un sabato la giunta regionale del governatore Giani ha percorso la Fi-Pi-Li per raggiungere Livorno. Con una spruzzata di Lombardia, l’assessore alla Sicurezza di Milano, per una osmosi reciproca di ‘buone pratiche’. E in una città come Livorno dove è crescente la "percezione di insicurezza", Granelli offre un cambio di prospettiva: "Una buona amministrazione è quella che sa sulla sicurezza allearsi con i cittadini. Non per avere le ronde, ma il rispetto delle regole basilari di convivenza pacifica". L’assessore alla legalità Ciuoffo rincara la dose: "La sinistra ha sottovalutato il tema della legalità? Questa non è solo ordine e leggi punitive non inclusive". Sì, ma Livorno? "Una città con ferite di illegalità, come i traffici di droga che attraccano in porto in numeri paragonabili a quelli di Gioia Tauro". Ma il corner più affollato è quello della sanità. Forse anche per il titolo del panel quanto mai più attuale: "La sanità pubblica verso il Nuovo Ospedale". Il moderatore Tomei rilancia la "guerra non dichiarata del governo alla sanità Toscana". L’assessore regionale Bezzini fornisce alla platea risposte su cronicità come le liste d’attesa infinite, i presidi della sanità territoriale (Ospedali di Comunità e Case della Salute). Il sindaco Salvetti invita i presenti a "un esercizio di memoria: nel 2019 la situazione era nebulosa. A distanza di 5 anni non è tutto risolto, ma il nuovo ospedale lo faremo, c’è una Casa della Salute e 3 in fase progettuale, e abbiamo coperto 15/16 primariati a tutela delle nostre eccellenze". Bezzini è categorico: "Bene che il Pd tenga accesi i riflettori sulla tutela del diritto alla salute, perché altre regioni alzano da tempo bandiera bianca preferendo acquistare dai privati servizi anziché produrli. Noi siamo per la sanità pubblica e universalistica". Anche qui: Livorno? "Le cure intermedie sul territorio sono sotto standard - ammette -, ma per qualità dei servizi garantiti è sopra la media dell’area vasta. Livorno soffre per le liste d’attesa troppo lunghe, inutile negarlo. Ma la prossima settimana andremo in giunta per una delibera su un piano di contenimento: la legge di stabilità consente una deroga ai tetti di spesa utilizzando lo 0,4% del fondo sanitario. Tradotto: 3 milioni per l’area vasta centro e nord-ovest. Quindi, un milione e mezzo in più per ogni Asl, da distribuire in proporzione tra le città toscane. E Livorno sarà la prima beneficiaria".
CronacaSanità e nuovi servizi: “Ecco 1 milione e mezzo per liste d’attesa e case di comunità”