FRANCESCO INGARDIA
Cronaca

Sbarco Humanity: "In 183 fuggiti da guerre e torture. La piccola Mawa non ce l’ha fatta"

Il drammatico racconto di Sofia Bifulco a bordo della nave ong: "Ci hanno assegnato Livorno, distante 1000 chilometri"

Lo sbarco dalla Humanity 1 dei migranti arrivati nel porto di Livorno (Foto Novi)

Lo sbarco dalla Humanity 1 dei migranti arrivati nel porto di Livorno (Foto Novi)

Livorno, 31 maggio 2024 – In 185 sono stati salvati, ma a toccare la terraferma nel "porto sicuro" di Livorno sono in 183. La Humanity 1, nave della ong tedesca Sos Humanity, tra lunedì e martedì ha compiuto quattro operazioni di salvataggio nelle acque libiche. Ma nella traversata di oltre mille e cento chilometri per scortare migranti provenienti da oltre venti paesi del continente africano, si è reso necessario uno scalo aggiuntivo, d’emergenza, nel porto di Lampedusa.

Mawa, bambina della Guinea di 5 mesi recuperata nella terza operazione di salvataggio da una "barca in ferro pericolante", era già deceduta per malnutrizione, e perciò "evacuata" martedì con la madre 19enne e la sorellina di 2 anni. Per i medici della ong non c’è stato niente da fare. La bambina era già morta di stenti. "Il dramma nel dramma, il Mediterraneo è ormai luogo di morte di tanti bambini", spiega a La Nazione l’assessora regionale al Welfare Serena Spinelli, assistendo allo sbarco lungo la banchina 56 della Stazione Marittima. Il dodicesimo sbarco di navi ong a Livorno si è rivelato "uno dei più delicati e impegnativi per tutta la macchina organizzativa", ammette il sindaco Salvetti, anche lui presente in banchina, perché "i numeri sono simili a quelli dei primi arrivi" del dicembre 2022, con la Life Support di Emergency.

Dalla prefettura fanno sapere che sono oltre 90 i minori non accompagnati. Ci sono donne interessate, e la catena di soccorso tra Usmaf, Protezione Civile e associazioni di volontariato ha fornito ieri la prima assistenza a naufraghi con scabbia, disidratazione e ustioni varie. Quanto ai ricollocamenti: gli adulti tutti in Toscana, mentre i minori stranieri non accompagnati, la prefettura precisa che verranno dislocati tra Emilia, Liguria, Molise, e le città toscane di Firenze, Grosseto e Massa. Non nei Cas di Piombino, né a Livorno.

"È stato un viaggio estenuante. Il momento del ritrovamento del cadavere della bambina, difficilissimo - racconta a questo giornale Sofia Bifulco, coordinatrice delle comunicazioni a bordo per Sos Humanity -. Le 43 persone recuperate nella terza operazione temevano di fare la stessa fine della povera bambina. I 183 che abbiamo salvato, sono persone in cerca di una vita dignitosa disposte ad attraversare il deserto e un viaggio in mare pur di fuggire da guerre, carestie, persecuzioni, torture. Eppure, le autorità ci hanno assegnato Livorno, un porto distante mille chilometri: l’ennesima punizione inflitta a questa gente che avrebbe bisogno di cure mediche immediate, di una richiesta d’asilo celere, consapevoli di violare la legge marittima internazionale che prescrive sbarchi nel porto più vicino, il più velocemente possibile. E questo non è accaduto".