Livorno, sotto sequestro migliaia di borse sportive pericolose per la salute

Il carico arrivato dalla Cina e intercettato dai funzionari dell’Agenzia delle dogane

Livorno, 18 settembre 2023 - I funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli di Livorno in servizio al reparto controlli allo sdoganamento hanno sequestrato 2.800 borse sportive in fibre sintetiche con inserti e accessori in plastica, di origine e provenienza cinese, risultate pericolose per la salute pubblica.

Sin dalle prime fasi della verifica della merce importata, i funzionari Adm all’apertura del container hanno sentito un intenso odore di sostanze chimiche, tipiche della composizione di materiali in plastica, tale da dover procedere con cautela e attendere un’opportuna aerazione.

Grazie alle apparecchiature in dotazione all’Ufficio delle Dogane di Livorno è stato possibile individuare le parti in Pvc, collocate sia sull’impugnatura che sulla spallina della tracolla. Un esemplare della merce è stato analizzato dal Laboratorio Chimico Adm di Napoli, il quale ha confermato la presenza di ftalati oltre i limiti previsti dal Regolamento europeo, rilevando una concentrazione venti volte superiore al consentito per le impugnature (2,35%) e quasi sessanta volte per le spalline della tracolla (5,81%).

Gli ftalati sono delle sostanze chimiche, esteri dell’acido ftalico, utilizzati per rendere i materiali plastici più resistenti e al contempo pieghevoli. Non a caso gli stessi rientrano tra i materiali inquinanti per l’ambiente e pericolosi per la salute umana: diversi studi hanno evidenziato i gravi rischi derivanti dall’esposizione agli ftalati, risultati collegati allo sviluppo di alcune patologie, come asma, diabete, problemi e disturbi di fertilità, e soprattutto rischi per il sistema endocrino dell’essere umano.

Sulla scorta degli accertamenti i funzionari Adm hanno proceduto al sequestro dell’intera partita di borse e alla denuncia alla Procura di Livorno del titolare della ditta importatrice, responsabile della dichiarazione di importazione equiparata alla immissione sul mercato di prodotti potenzialmente pericolosi per la salute pubblica e l’ambiente.