’Struggino’, rumors sulla chiusura Le preoccupazioni di Pd e Cgil

Livorno, si temono pesanti ricadute sia sul fronte occupazionale che per gli aumenti delle tariffe

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La decisione di dismettere il termovalorizzatore nel 2023, presa dai grillini e portata avanti dalla giunta Salvetti, sta agitando Aamps e i sindacati. "È una questione ideologica, perché il nostro termovalorizzatore – sostiene Giovanni Golino della Cgil – è sicuro e tutela l’ambiente, non solo perché rispetta i parametri di legge e la qualità dell’aria da rilevazioni Arpat, ma anche perché a livello tecnico sta dentro alle Best Available Techniques (BAT), è dunque un’eccellenza italiana, tra i meno inquinanti, ed è anche pubblico". Secondo Golino "lo Struggino", attualmente in uso per lo smaltimento del residuo non differenziabile, nel solo mese di giugno ha generato 640mila euro di utile derivante dalla vendita di 20mila megawatt di energia elettrica, più altri 10mila usati da Aamps per autoconsumo. Sono introiti preziosi per l’azienda, che in caso di dismissione dell’impianto rischia di privarsi di utili importanti, più il dover pagare i propri consumi energetici, esternalizzandoli, risultando così in ammanco di una cifra che impatterebbe sulla gestione economica. C’è poi il problema del residuo non differenziabile, che viene destinato all’impianto di termovalorizzazione, ma che una volta chiuso dovrà essere smaltito in un altro modo, generando un costo in più per l’azienda. La preoccupazione, oltre alle sorti dei lavoratori di Aamps, è adi un conseguente aumento della tassa dei rifiuti per tutti i livornesi, che servirà a compensare la gestione di Aamps in caso di dismissione dell’impianto. "C’è poi un altro aspetto – continua Golino – che riguarda la gestione dei rifiuti: Livorno con un proprio impianto rimane indipendente, al contrario il rischio è di dipendere da altre città e rischiare future crisi dei rifiuti". La questione è di massima urgenza, in quanto lo spegnimento dell’impianto era previsto per il 2023 in concomitanza con il rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA). La Regione ha richiesto ad Aamps i documenti preliminari per il rinnovo dell’AIA, da presentare entro il 10 settembre, così per la Cgil è prioritario presentare quanto richiesto per la continuità dell’impianto, senza generare un’altra crisi in Aamps, i cui debiti futuri andrebbero a sommarsi al concordato. Federico Mirabelli, segretario del Pd, fa sapere che il gruppo di maggioranza ha chiesto da inizio anno alla giunta il piano di dismissione del termovalorizzatore, per avviare una discussione politica. "Il timore – sostiene Mirabelli – è che i nuovi impianti non saranno pronti fino al 2026, ma il termovalorizzatore sarà chiuso nel 2023, quindi avremo un’azienda che si rivolge all’esterno nella gestione dei rifiuti, un servizio molto oneroso. Chiediamo il piano di dismissione, perché siano fatte scelte consapevoli, senza gravare sui cittadini e sulle imprese con aumenti della Tari o tagli al bilancio. L’impegno dell’amministrazione era di rendere noti questi numeri entro la fine di giugno, ma ancora non sono arrivati".

Simone Bacci