“Un’altra aggressione a un autista di un bus, chiediamo che le cabine di guida siano chiuse”

Livorno, la denuncia del sindacato Usb: “Le telecamere a bordo sono insufficienti, occorrono protocolli d’intervento più efficaci”

Autobus alla fermata

Autobus alla fermata

Livorno, 30 marzo 2023 – Ancora un’aggressione a un autista di un autobus a Livorno. La segnalazione arriva dal sindacato Usb.

"Lunedì sera, intorno alle ore 21,30, un autista di Autolinee Toscane in servizio a Livorno sulla linea notturna A è stato aggredito da un passeggero”, scrive il sindacato. "Il fatto ha causato l’interruzione del servizio pubblico. In prossimità del semaforo di via De Larderel il conducente si era rifiutato di far salire, fuori fermata, una persona, la quale ha aspettato che l'autobus transitasse nella direzione opposta dopo aver effettuato il capolinea alla Stazione per poi, in evidente stato di alterazione, inveire contro il conducente stesso offendendolo e minacciandolo, cercando di colpirlo e perfino di mandarlo fuori strada agendo direttamente sullo sterzo”.

"Dopo che il conducente è stato costretto a fermare il bus per chiedere l'intervento dei carabinieri – prosegue l’Usb – l'assalitore gli ha sottratto lo zaino per lanciarglielo. Tentativo fortunatamente scongiurato grazie all'intervento di un utente. Prima dell'arrivo delle forze dell'ordine l'aggressore si è dileguato, ma il lavoratore è riuscito a riprendere parte dell'evento filmando con il cellulare”.

La nota del sindacato prosegue. "Si dibatte ormai da anni in merito al dilagante fenomeno delle aggressioni nei confronti dei lavoratori del settore ma, dopo vertici, incontri e sterili promesse, niente di concreto è stato ancora fatto. L'unica ipotesi di soluzione individuata (e non ancora applicata) da AT, enti e istituzioni è l'installazione di telecamere a bordo. Soluzione, questa, da noi ritenuta un palliativo del tutto inadeguata e pertanto inutile. La quasi totalità delle volte queste aggressioni avvengono per mano di squilibrati con patologie mentali o per l’effetto dell’assunzione di sostanze stupefacenti o alcoliche, che ovviamente non hanno la reale percezione della gravità delle loro azioni”.

"Pertanto – continua l’Usb nella sua nota – è assurdo e del tutto fuori luogo immaginare che la presenza di una o più telecamere possa in qualche modo agire da deterrente. Sono soggetti che molto spesso hanno già denunce a loro carico ma, evidentemente, non avendo niente da perdere, neanche questo serve a farli desistere. Inoltre, ancorché si riesca a individuare il soggetto, non crediamo realistico aspettarsi che si metta in atto una caccia all’uomo. La videosorveglianza è utile unicamente per la ricostruzione dell'accaduto, ma la necessità che ha la categoria è che simili eventi non possano in alcun modo verificarsi”.

"Poco importa, a chi chiede solo di lavorare in sicurezza – aggiunge il sindacato – di collezionare filmati delle aggressioni ai propri danni o dei colleghi. Pertanto, chiediamo, nuovamente e con forza, la separazione fisica tra postazione di guida e utenza e sistemi di intervento e assistenza più celeri e efficaci. Solo con le cabine guida chiuse e protocolli di intervento più efficienti possiamo limitare al minimo le conseguenze che queste aggressioni hanno per i lavoratori”.