“Le vie difficili sono quelle che danno senso alla vita, la mia porta per Lippi sarà sempre aperta”

La riflessione di don Marco Fabbri, parroco del Duomo di Cecina, sulla vicenda del sindaco trovato con la cocaina

Il Duomo di Cecina

Il Duomo di Cecina

Cecina (Livorno), 25 luglio 2023 – Sulla vicenda del sindaco di Cecina Samuele Lippi fermato dai carabinieri con una piccola dose di cocaina per uso personale interviene anche don Marco Fabbri, parroco del Duomo.

Queste le sue riflessioni, che pubblichiamo integralmente.

"In questi giorni la vita cittadina è stata turbata dalla notizia riguardante l’uso di cocaina da parte del Sindaco Samuele Lippi. Ciascuno è in grado di fare le proprie considerazioni su questa vicenda. Come cittadino, come cristiano e come parroco di Cecina mi sento di condividere alcune riflessioni.

La prima riflessione riguarda la persona di Samuele Lippi in questa dolorosa circostanza per lui e per quanti gli sono legati. Quando una persona cade, rivelando anche pubblicamente una sua debolezza, non si può che manifestare la speranza che sappia rialzarsi. Ogni uomo ha la sua fragilità e bisogna guardarsi dalle ipocrisie e dai facili moralismi. Come saggiamente dice Papa Francesco, si può accettare con semplicità che tutti siamo una complessa combinazione di luci e ombre. E’ importante avere intorno amici veri, disposti a dirci la verità, senza adularci o usarci. A volte il giorno che un uomo ricorda come il giorno in cui è caduto nel punto più basso può provvidenzialmente coincidere con il giorno in cui inizia il suo riscatto. Per questo chi cade, e vuole veramente rialzarsi, ha anche diritto ad essere rispettato. Se la sua caduta è anche un reato pagherà davanti alla legge. Questo rispetto sarà più facilmente e ampiamente condiviso quanto più la persona saprà farsi carico pienamente, sinceramente, fino in fondo e sotto tutti i profili, dell’errore compiuto e della sofferenza causata.

La seconda riflessione riguarda l’uso della droga nella nostra cittadina. Più volte nel passato mi è capitato di intervenire pubblicamente, come parroco, su questo tema. Devo dire che, a parte alcune lodevoli eccezioni sia in ambito politico che associativo (laico e cattolico), non ho avuto l’impressione di una sufficiente attenzione al problema.

La droga resta un male, occorre dirlo con chiarezza, soprattutto davanti alle nuove generazioni: e non solo perché altera la percezione della realtà e distrugge la persona, ma anche per tutta un’altra serie di motivi. Come dice sempre Papa Francesco Il consumo di droghe nelle società opulente provoca una costante o crescente domanda di prodotti che provengono da regioni impoverite, dove si corrompono i comportamenti, si distruggono vite e si finisce col degradare l’ambiente.

Tutti siamo chiamati a contrastare la produzione, l’elaborazione e la distribuzione della droga nel mondo. È dovere e compito dei governi affrontare con coraggio questa lotta contro i trafficanti di morte. Trafficanti di morte: non dobbiamo avere paura di dare questa qualifica. Le persone, giovani e non, vengono adescate e trascinate in una schiavitù dalla quale è difficile liberarsi e che conduce alla perdita del senso della vita e a volte della vita stessa.

Ultima riflessione: che sia coinvolto il Sindaco in questa vicenda ha anche altri risvolti riguardanti la credibilità della politica. È certamente importante ciò che uno fa o realizza, ma è altrettanto e forse più importante come lo fa. Per questo occorre un sussulto da parte di tutti: scuola, ambiente dello sport, politica, forze dell’ordine, chiesa, associazionismo, ecc. per ridire alle nuove generazioni che le vie dell’onestà, della legalità e del sacrificio nell’affrontare i problemi possono essere difficili, ma sono quelle che danno senso alla vita. A Samuele Lippi, che conosco da quando era adolescente, vanno il mio incoraggiamento, la mia preghiera, e la conferma che la mia porta rimane sempre aperta”.

Don Marco Fabbri, parroco del Duomo