Marsura: "Tranquilli, il Livorno è forte e si salverà bene"

Il giovane attaccante, che da ragazzino correva con i kart, crede nella squadra amaranto: "Secondo me saremmo da playoff. Breda? E' l'allenatore giusto, sono contento che sia rimasto"

Marsura

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Livorno, 15 novembre 2019 - Un’effervescenza, per così dire, naturale quella di Davide Marsura, la scheggia amaranto proveniente da produttori vinicoli (di Valdobbiadene), specializzata negli spumanti. Marsura è intervenuto allo store ufficiale della società Solo Livorno per una diretta Facebook rispondendo alle domande di Filippo Ciapini e dei tifosi da casa, per poi passare ad autografi e foto con i fan accorsi al punto vendita. Ma oltre a raccontare della propria vita privata, il numero 7 si è focalizzato sul campo e sul momento no della squadra di Breda.

«Stiamo attraversando una fase molto particolare – ha detto Marsura –. Non stiamo dando continuità ai risultati e la classifica preoccupa. Ma questo gruppo è molto forte e sono sicuro che riusciremo ad arrivare ad una salvezza tranquilla». Con il Trapani che partita ci aspetta? «Sarà una battaglia, un match delicato al quale dobbiamo prestare attenzione. Il Trapani ha una buona squadra, ma davanti al nostro pubblico cercheremo in tutti i modi di conquistare i 3 punti».

Davide, 4 gol arrivati nelle tre giornate prima della squalifica, poi tre partite a secco: sente la responsabilità di essere uno dei giocatori più incisivi di questo Livorno? «Al di là del gol, l’importante è aiutare i compagni a cercare la vittoria. La pressione fa parte del nostro lavoro e se non ci fosse, beh allora sarebbe un problema. Anche se non riesco ad andare in rete per 4-5 partite non significa che sia sottotono, ma penso che attraverso il lavoro riuscirò a segnare altri gol».

Come si trova con il tecnico Breda? E con i compagni? «Con il mister ho un ottimo rapporto, inoltre siamo entrambi veneti. Una persona sincera e veritiera, non voglio sbilanciarmi ma credo che sia tra i migliori che abbia mai avuto. Mi piace come si approccia alla squadra, dà consigli e chiede pareri, c’è un dialogo importante e questo non è da sottovalutare. Durante la partita non ha bisogno di sfogarsi, ma parla quando deve farlo cercando sempre il momento opportuno. Penso che sia la persona giusta e sono felice che sia rimasto. Con i compagni mi trovo molto bene, siamo tanti ragazzi giovani che condividono, oltre al calcio, molti altri interessi in comune».

Che tipo di campionato è la Serie B di quest’anno e dove può arrivare questo gruppo? «Molto equilibrato, anche a differenza degli altri anni. Bisogna stare sempre sul pezzo, possiamo giocarcela contro tutti: non ci sono avversarie fuori categoria. Secondo me siamo una squadra molto forte: quando sono sbarcato a Livorno, vedendo i giocatori, ho pensato che fossimo da play off. È dura dirlo ora che abbiamo 10 punti in classifica, ma è la verità». Parliamo del suo ruolo: ha sempre giocato sulla fascia? «Ho sempre fatto l’esterno, ad eccezione della stagione con il Venezia quando alla guida c’era Filippo Inzaghi. Mi ha schierato spesso come seconda punta del 3-5-2, non mi dispiace, ma la fascia si sposa perfettamente con le mie caratteristiche. Nei dribbling punto molto l’avversario dritto per dritto».

Ci racconta come ha iniziato a giocare a calcio? «Prima di iniziare a giocare, correvo con i kart. Mio papà è un grande appassionato di motori e prima di cambiare sport ci ho messo un po’ di tempo, non avevo il coraggio di dirgli che volevo passare al calcio».

Igor Vanni

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