Scherma, Edoardo Luperi parla dopo il successo a Parigi: "Sono contento, non mi fermerò"

Il fiorettista livornese è arrivato secondo nella prima tappa di Coppa del Mondo. Un predestinato che, dopo l'exploit agli Assoluti e alle Olimpiadi giovanili, punta adesso a Parigi 2024

Edoardo Luperi, fiorettista livornese classe 1993

Edoardo Luperi, fiorettista livornese classe 1993

Livorno, 19 gennaio 2021 – Un argento per iniziare al meglio la stagione sportiva. È il grande risultato ottenuto dallo schermidore livornese Edoardo Luperi che in occasione della prima tappa della Coppa del Mondo è salito sul secondo gradino del podio. Una bella emozione quella del fiorettista delle Fiamme Oro che cede di misura soltanto all’attuale campione olimpico Cheung Ka Long. Il 28enne è da circa 10 anni nel giro della Nazionale azzurra, un predestinato che, a soli diciassette anni, ha vinto gli Assoluti e le Olimpiadi giovanili di Singapore nel 2010. Una carriera fatta di alti e bassi, dalla delusione di Rio fino a quest’ultima gara di Parigi. Adesso il prossimo step è confermarsi a Il Cairo nella seconda tappa ma l’occhio cade inevitabilmente al 2024, quando ci saranno le Olimpiadi proprio nella capitale francese. Ci ha raccontato gli sviluppi di uno sport tanto nobile quanto beffardo, il lavoro sulla propria persona per confermarsi e un piccolo desiderio che vorrebbe realizzare in futuro. Luperi, grande risultato a Parigi… Sono contento soprattutto per come ho affrontato il ritorno alle gare, era tanto che non gareggiavamo e fare un debutto del genere in Coppa del Mondo è stata un’ottima risposta. Non nego che appena finito non ero soddisfatto. Chi non gareggerebbe per il primo posto? Parigi per noi è la gara delle gare, è l’unica dove sembriamo delle vere star. Sai, quando sei agonista dentro vuoi vincere sempre. A mente fredda ho analizzato le ottime cose che ho fatto nella giornata. Tipo? Mi è piaciuto come mi sono gestito durante gli assalti, considera che ci sono anche pause di un’ora tra una gara e l’altra. Quando Sali in pedana in un tempo pseudo-breve devi essere super concentrato, soprattutto quando, come in questo momento, il livello è altissimo. Quanto è importante il movimento azzurro in questo sport? La scuola italiana è sempre tra le migliori anche se la scherma si è globalizzata tantissima. Nel fioretto gli Stati Uniti sono tra i più forti, dieci anni fa non era così. Molti maestri europei hanno colonizzato l’oriente. Il campione Olimpico viene da Hong Kong, prima se prendevi uno di quella Nazione eri contento perché erano mediocri. Lo stesso vale per Giappone, Cina e Corea. Questo secondo posto allora le dà ancora più lustro… Cheung Ka Long è molto forte, la scherma adesso si è evoluta e tende a premiare quelli di un metro e novanta. È un grande atleta e sta vivendo un periodo di massima fiducia, purtroppo nell’assalto della finale sono partito male, dovevo aggredirlo maggiormente. Avevo ripreso il match troppo tardi, peccato per l’inizio. Onestamente quando sono in pedana non guardo il nome però, non sottovaluto o sopravvaluto nessuno. Quali sono le prossime uscite? Purtroppo dovevamo farne una importante a Torino ma per il momento è stata rimandata. Al momento c’è la tappa del mondo a Il Cairo, in Egitto. Nel frattempo chiaramente ci alleniamo con la Nazionale e in questo mese ci troveremo almeno due volte in ritiro. Luperi, però quello a lungo termine ha quattro numeri e cinque cerchi... Onestamente mi sono tolto tante soddisfazioni, quello che mi manca è una medaglia alle Olimpiadi. Inizio ad avere una certa esperienza e l’obiettivo è quello di essere competitivo per cercare di coronare la mia vita sportiva con il sogno di tutte le persone che praticano sport olimpici. Però non ci penso, adesso la testa è già in Egitto. Come tutti gli sportivi ci sono anche momenti no, come si gestiscono? Ci vuole tanta forza, la mia storia è stata particolare. Da giovanissimo ho ottenuto risultati stratosferici e nel nostro sport la maturità giusta ce l’hai intorno ai 27-30 anni perché devi gestire le emozioni, ruota tutto intorno alla mentalità. A 22 anni era tra i primi dieci al mondo… Ebbi una bella batosta perché, per tante ragioni, non riuscii ad andare alle Olimpiadi di Rio. Fu un momento duro, ma lavorando su me stesso ho cercato di venirne fuori. Ci vuole una grande forza di volontà perché quando hai un momento di stallo non è facile tornare e confermarsi. Quando vedi che riesci a fare determinate cose dopo aver anche sofferto è gratificante. Ci sono sempre più Licei sportivi in Italia, quanto è importante? Credo debba essere fondamentale integrare una scuola formativa e non punitiva a chi ha la voglia e l’abilità di poter fare degli sport ad alto livello. Dovrebbero convivere perché sono due pilastri per formare ragazzi che diventeranno uomini. Si dovrebbe apprezzare e, per certi versi, esaltare anche chi riesce a conciliare entrambe le cose durando poi non poca fatica. Le piacerebbe andare nelle scuole per parlare del rapporto tra studio e sport? Assolutamente sì, un giorno mi piacerebbe. L’organizzazione è fondamentale non solo nella scherma, ma in qualsiasi altra attività o se suoni uno strumento. Ci vogliono tanti obiettivi da porsi, sono un’amante della sfera mentale, della psicologia, piace molto affrontare questi temi. Ho studiato tanto di queste cose per me stesso per migliorami come atleta non mi dispiacerebbe parlare delle mie esperienze, sia nel caso in cui farò il maestro che nelle scuole. Se nel mio piccolo potrei contribuire anche a un minimo miglioramento nei nostri ragazzi è una grande vittoria. Un campione non lo sei soltanto vincendo le gare.