Il vescovo Giusti: "Opere d’arte che non posso esporre. Farò un convegno con Salvetti"

Il vescovo lamenta la mancanza di spazi per esporre le opere d’arte custoditi nei magazzini: "Ho proposto alla Soprintendenza l’esposizione nei portici o in duomo, ma la risposta è stata negativa"

Il vescovo monsignor Simone Giusti appassionato di opere d’arte lancia un appello alla politica e alle istituzioni (Foto Novi)

Il vescovo monsignor Simone Giusti appassionato di opere d’arte lancia un appello alla politica e alle istituzioni (Foto Novi)

Livorno, 6 aprile 2024 – La passione del vescovo monsignor Simone Giusti nei confronti dell’arte non è una novità. Del resto la sua firma è arricchita da quel titolo ’architetto’ che firma progetti di nuove chiese e ristrutturazioni. Una passione che anima l’appello nei confronti delle istituzioni, in particolare della Soprintendenza perché il vescovo vuole svuotare i magazzini del vescovado pieni di tesori da ammirare.

"Io non ho più spazi – confessa il vescovo – abbiamo fatto il primo lotto del Museo Diocesano con le pitture e gli argenti, altro lotto con i tessuti dove abbiamo rappresentato nemmeno un decimo del nostro patrimonio. Stiamo cercando accordi con la Soprintendenza per nuovi spazi espositivi ma non è facile. Abbiamo fatto richiesta di nuovi spazi anni fa, ho proposto di mettere i tessuti di grande bellezza in climabox nel porticato ma questa proposta non piace perché, mi è stato detto, la luce rovina gli arredi. Tenerli in un magazzino è come non averli perché comunque non li vede nessuno".

Ci sono tecnologie moderne per tenere i tessuti esposti ma serve un progetto e anche trovare i finanziamenti adeguati. "Chi è stato al museo della Verna – continua il vescovo – avrà visto piviali che sono esposti nelle teche, noi abbiamo 13 piviali del Corpus Domini tutti in filo d’oro: dodici per i canonici e uno per il vescovo. Sono uno splendore, ma ci vorrebbero 13 teche, i soidi si trovano ma il problema è avere i permessi. Oggi è più facile trovare i soldi che i permessi. Una situazione imbarazzante dell’Italia con una burocrazia che sembra insormontabile". Insomma, l’iter è pieno di ostacoli: "Noi non abbiamo spazi, perché quando abbiamo immobili ci facciamo una casa per orfani come stiamo facendo in via Lopez. Abbiamo più una vocazione sociale che culturale ma vorremmo vedere di sfruttare il porticato. Avevo proposto anche di mettere i piviali in cattedrale e farne una specie di pinacoteca ma non va bene nemmeno questo. Ditemi voi cosa devo fare?".

Monsignor Giusti è un fiume in piena: "Altro esempio? Si vogliono le città green, pannelli solari ovunque ma nei centri storici non si può. Allora chi sta nel centro storico come si deve fare? Poi si brontola perchè i centri storici si vuotano e diventano ghetti. Ma insomma, troviamoci d’accordo". E coglie l’occasione per annunciare: "Faremo con Salvetti un convegno proprio sulla tutela dei beni culturali. Volevamo invitare anche il Ministero, la Soprintendenza e affrontare la questione. Altrimenti non se ne esce".