"Ora di religione, la scelta resti libera"

Reazioni alla lettera della Cei della preside del liceo Cecioni Cristina Grieco e dell’insegnante Anita Leonetti

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Ha destato non poco scalpore la pubblicazione da parte di alcune scuole della lettera inviata dalla Conferenza Episcopale Italiana ai dirigenti per promuovere la scelta dell’ora di religione. Alla vigilia delle iscrizioni, il pressing della Cei ha scatenato le reazioni del sindacato Unicobas che ha bacchettato i dirigenti scolastici che hanno pubblicato la nota. Ieri mattina, in effetti, sulla bacheca online di un paio di scuole superiori di Livorno, il documento della Cei era stato rimosso.

"Rispetto le posizioni della Cei – ha detto Cristina Grieco braccio destro del ministro Bianchi e preside del Cecioni – ma io non metto questo documento sul sito. La Cei ha il diritto di manifestare il proprio pensiero e di invitare gli studenti e le famiglie a scegliere l’ora di religione ma dovrebbe farlo con altri strumenti, non utilizzando i siti delle scuole. La ritengo una procedura non corretta". La Cei aveva sottolineato l’importanza dell’ora di religione soprattutto in un momento particolare come questo per i ragazzi: "In un tempo in cui la pandemia da Covid ci sta ponendo di fronte problemi inediti per l’umanità, pensiamo che le generazioni future potranno affrontare meglio anche le sfide nel campo dell’economia, del diritto, della scienza se avranno interiorizzato i valori religiosi già a scuola".

A difendere il ruolo dell’insegnante di religione è Anita Leonetti docente alla scuola media Bartolena.

"Il documento della Cei esprime il valore aggiunto della religione cattolica – dice la prof – il Concilio Vaticano Secondo ha aperto l’orizzonte al dialogo, si parla di una revisione di un atteggiamento a partire dall’ebraismo. I cristiani hanno l’obbligo di dialogare, il cristiano deve essere aperto al mondo. E’ un dovere per il credente avere questo senso di apertura e approfondire le altre religioni con un confronto. Ecco che un docente che approfondisce le radici giudaico cristiane dell’Europa poi si apre anche al resto del mondo e quindi conoscere l’altro significa conoscere se stessi. Il messaggio del Concilio Vaticano Secondo viene ribadito: i nuovi docenti hanno un’impronta forte di questo studio, certi documenti fanno parte del nostro bagaglio culturale".

La Leonetti ribadisce con forza l’importanza del suo lavoro: "Io a scuola non faccio dottrina. Quando a educazione civica si affrontano gli articoli 1, 7 e 8 della Costituzione, si parla di relazione tra lo Stato e le confessioni religiose. Il rabbino Jonathan Cat disse ’Non nel nome di Dio’. Dio non è mai stato fonte di divisione ma di dialogo".

Michela Berti

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