"Piombino ha bisogno dell’Italia". I sindacati chiedono altre garanzie

"Tutto bene, ma aspettiamo ancora di sentire le due aziende che hanno sottoscritto i memorandum"

PIOMBINO (Livorno)

Vanno bene i memorandum sottoscritti al ministero e apprezzamento per la visita del titolare del dicastero, Adolfo Urso a Piombino, ma i sindacati ora chiedono che le dichiarazioni di principio sul rilancio del polo siderurgico di Piombino vengano supportate da atti concreti con un preciso cronoprogramma e con un confronto aperto con le parti sociali sul futuro della fabbrica e dei 1500 dipendenti.

"L’Italia ha avuto bisogno di Piombino per il rigassificatore, oggi è Piombino che ha bisogno dell’Italia", osserva Lorenzo Fusco, segretario provinciale Uilm. "Da lunedì – dice Fusco – siamo pronti per essere convocati a tutti i tavoli per discutere e confrontarsi sul futuro di Piombino". Sull’incontro con il ministro commenta: "Hanno parlato solo le istituzioni, i sindacati, ma non le due aziende che hanno sottoscritto i Memorandum. Il dirigente del ministero delle Imprese Marco Calabrò ha detto che entro 15 giorni riconvocherà il tavolo per parlare dell’occupazione. Ecco perché la prima richiesta da parte nostra è quella di farci partecipare ai tavoli, non vogliamo esagerare, ma almeno come uditori per comprendere di cosa stiamo parlando, almeno in questi 120 giorni, altrimenti facciamo un passo avanti e due indietro. Noi non sappiamo se dentro al Mou si parla di Piombino Logistics che ha 140 lavoratori, della Gsi che ne ha 50, non sappiamo se Jindal farà il forno elettrico. Tutte varianti che cambiano gli scenari e la discussione, altrimenti si parla di vertenza Jsw in maniera generica".

E quale è la proposta dei sindacati? "Abbiamo detto al ministro Urso, al sindaco Ferrari, al presidente Giani e anche ai vari senatori e parlamentari, a Carrai e a Villa, la nostra soluzione per gestire questo momento di transizione. Mettere tutti i lavoratori in un unico contenitore, che per noi si chiama jsw Steel Italy, che comprende tutti e 1570 lavoratori, da lì Jindal potrà obbligatoriamente ‘pescare’ che siano diretti o indiretti. Stessa cosa dovrà fare Metinvest, pescare da lì dentro. Un contenitore che dovrà essere accompagnato da strumenti in deroga e i lavoratori dovranno essere formati".

Su questa linea anche la Fiom con Davide Romagnani. Da parte sua Luca Villa, ad Metinvest Adria (la società joint venture di Metinvest e Danieli che opererà a Piombino) spiega: "Stiamo lavorando per iniziare tutte le attività che abbiamo già discusso e negoziato con i partner impiantistici e tecnologici che ci accompagneranno nella realizzazione del progetto. Le prossime settimane saranno fondamentali per capire quando si potrà partire. Noi siamo pronti. Il governo sta dando grande attenzione al progetto. Le tematiche da affrontare sono molteplici e su alcuni aspetti fondamentali gli interessi da considerare sono tanti e non sempre facilmente conciliabili. Ad oggi alcune tematiche devono ancora trovare la necessaria quadratura".

Maila Papi