Più sicurezza per medici e infermieri: “L’Asl può sottoscrivere intese con forze dell’ordine”

Dopo il caso della dottoressa aggredita in via Venuti interviene Daniela Boem del sindacato Fals con una serie di proposte

Medico

Medico

Livorno, 9 maggio 2023 – Dopo l’aggressione verbale ai danni di una dottoressa in servizio alla sede della guardia medica di Livorno in via Venuti sabato pomeriggio, si ripresenta la questione della sicurezza degli operatori sanitari.

Ne abbiamo parlato con Daniela Boem del sindacato Fials sanità.

L’Azienda Usl ha in mano strumenti per garantire margini più ampi di sicurezza per il personale?

«Certamente. Secondo la legge 113 del 2020 l’Azienda Usl Toscana Nord Ovest può sottoscrivere un protocollo di intervento delle forze dell’ordine all’interno delle strutture sanitarie. Se un fatto che mette a repentaglio la sicurezza degli operatori sanitario avviene all’esterno di un reparto ospedaliero, le forze dell’ordine agiscono senza problemi. Ma se il fatto accade dentro il reparto, o in un ambulatorio, servono protocolli precisi di intervento. Un esempio: nel reparto di psichiatria dell’ospedale, o al pronto soccorso. Come sindacato Fials abbiamo sollecitato la direzione aziendale a farlo. Siamo ancora in attesa delle sue decisioni».

Capita alle volte che il personale impegnato nel servizio di front office non sappia dare risposte agli utenti.

«Perché a chi lavora a diretto contatto con i cittadini non sono messe a disposizione tutte le informazioni sulle procedure da seguire correttamente. Questo crea disagio e nervosismo tra gli utenti che si vedono costretti ad andare da una parte all’altra dell’ospedale, o dei distretti, o si presentano alla guardia medica senza sapere che prima devono chiamare il centralino che attiva il servizio. Certo questo non giustifica atti di intemperanza, o violenza ai danni del personale medico o del comparto sanitario».

Se un dipendente dell’Azienda Usl subisce minacce o atti violenti, cosa si deve fare?

«La legge 113 del 2020 stabilisce che sia l’Azienda sanitaria a procedere d’ufficio sporgendo denuncia per conto del proprio dipendente, senza che sia questo a doverlo fare. Ma a noi risulta che non accade il più delle volte». La situazione al pronto soccorso? «Il servizio di accoglienza è stato cambiato di posto: ora sta in mezzo alla sala d’attesa esterna al reparto vero e proprio, invece di avere una postazione più defilata e protetta».

Monica Dolciotti